Economia circolare, la stai facendo male. La favola di Saxa Gres

[di Alessandro Coltrè per CDCA] Nella categoria innovazione del sito di Acea possiamo trovare una storia catalogata come sostenibilità e territorio: il sampietrino ecologico.“Come una fenice, il sanpietrino rinasce dalle ceneri: non le sue, ma quelle residue dei processi di termovalorizzazione dei rifiuti”.
Probabilmente i riferimenti mitologici e il tono usato dal colosso dell’energia riassumono bene l’idea che c’è alla base di questa storia controversa di economia circolare. La storia della Saxa Gres.

Il tetto e la piastrella

Siamo in Ciociaria, provincia di Frosinone. É in questo territorio che opera il gruppo Saxa Gres – Grestone diretto da Francesco Borgomeo, imprenditore che ha determinato il salvataggio di due stabilimenti, la Ex Marazzi di Anagni e l’Ideal Standard di Roccasecca. Tutto inizia nella città dei Papi, quando nel 2013 Borgomeo decide di rilevare la fabbrica di ceramiche Marazzi per iniziare una riconversione della produzione.“La prima produzione d’avanguardia dello stabilimento – si legge sul sito della Saxa Gres –  è la tegola fotovoltaica. “Il sostrato di gres porcellanato resiste alle alte temperature, alla pioggia, all’azione degli agenti atmosferici: su questa tegola innovativa si pone un sottilissimo strato di silicio. Non un pannello sul tetto: è il tetto che produce energia dal sole, perfettamente inserito in ambienti di alto valore architettonico e artistico come i nostri centri storici e i nostri casali. Poi la crisi del fotovoltaico trascina con sé anche il tetto e la piastrella”. Il racconto ufficiale di Saxa Gres parte con questa vicenda, con un progetto finito male che mette a rischio cento operai e la produzione. Nel 2015 arriva un investimento di 15 milioni di euro. L’operazione di ristrutturazione aziendale ha come protagonista Daniele Bartoccioni Menconi, presidente del C.d.a.di Saxa Gres, che lancia un minibond quotato in borsa e venduto a fondi d’investimento inglesi e a imprenditori italiani.

 Uno storytelling vincente

Borgomeo presenta quindi il nuovo progetto: iniziare la produzione di piastrelle in gres porcellanato green. In che modo? Mescolando argille con le scorie di un inceneritore della zona, quello di San Vittore, gestito proprio da Acea. L’idea viene accolta dal mondo imprenditoriale come un’innovazione e un esempio di sostenibilità ambientale. Cominciano i percorsi autorizzativi, e contemporaneamente prosegue lo storytelling di Saxa Gres.“Una storia di successo resa possibile esclusivamente dall’attivazione della circular economy: non ci sono più scarti, solo materie o energia da riutilizzare, con brevetti innovativi e nuovi processi anche economici e finanziari. É l’esempio che si può uscire dalla crisi, soprattutto quella del manifatturiero italiano, con un’innovazione a 360 gradi: ambientale, economica, produttiva”, racconta il comunicato stampa dell’azienda in occasione della partecipazione ad Ecomondo nel 2016. Economia circolare, brevetti, riutilizzo, posti di lavoro. Leggendo le vicende di Saxa Gres; scoprendo l’ambientazione della storia, si ha la sensazione di essere finiti su una pagina positiva, virtuosa ed ecologica dell’imprenditoria italiana. In una provincia del Lazio, saccheggiata dai veleni e dai fallimenti aziendali, Saxa Gres viene associata al riscatto di una terra che torna a vivere grazie all’intuizione e all’innovazione di un imprenditore. La storia diventa vincente perché nel 2018 Saxa Gres rileva nella vicina Roccasecca lo stabilimento dell’azienda Ideal Standard, leader nel settore della ceramica sanitaria. Una situazione difficile: 274 lavoratori in presidio permanente contro una procedura di licenziamento collettivo e la dismissione dell’impianto. Carlo Calenda, al tempo ministro dell’Economia, gestisce la trattativa e con un piano di investimenti da 30 milioni, sostenuto anche dal governo e Regione Lazio, la fabbrica di Roccasecca converte la produzione, sotto la guida di Saxa Gres. Dai sanitari si passa alla pavimentazione per esterni. E arriva così Grestone, il sampietrino composto da un mix di gres porcellanato che include fino al 30% di materiali inerti provenienti da rifiuti urbani.  Per Calenda è stata “una bella storia, un esempio di transizione”. Nel 2019 Acea avvia una collaborazione con gli stabilimenti ciociari per sperimentare l’uso del sampietrino in alcuni quartieri di Roma. Per loro il cerchio è chiuso. La circolarità è realizzata, e quel che resta da fare è continuare a potenziare il racconto della fenice dei rifiuti, mettendo, dove è possibile, il riferimento ai procedimenti autorizzativi che rallentano il posizionamento sul mercato del sampietrino e della piastrella.

La bella favola

Su “La stampa”, in un articolo del 2017 nella categoria Tuttogreen sulla storia di Saxa Gres, Francesco Grignetti scrive: un bell’esempio di economia circolare: “l’inceneritore non deve smaltire rifiuti in discarica, la fabbrica ex Marazzi Sud di Anagni (Frosinone) riapre e dà lavoro a 100 operai, la cenere diventa materia prima, l’ambiente ringrazia e anche l’economia. Ma l’Italia, appunto, non ama le innovazioni. Ed ecco che la bella favola di Saxa Gres ha rischiato fino all’ultimo di naufragare. Mancava il timbro della compatibilità ambientale. Solo qualche giorno fa, infatti, è arrivato un «via libera» condizionato da parte della Regione Lazio alla sperimentazione, propedeutica alla produzione vera e propria”.

Sui giornali locali e nazionali, nelle fiere di settore e nelle conferenze green, la bella favola ciociara si diffonde, fino a diventare tappa politica. Basti pensare che dopo la visita ai cantieri del Tav a Torino, il 5 Marzo 2019 Nicola Zingaretti in veste di nuovo segretario del Partito democratico torna nel Lazio per andare a Roccasecca e toccare con mano il sampietrino ecologico. “Questa è la sostenibilità ambientale – spiega Zingaretti ai giornalisti – e questo è il futuro e lo dedichiamo ai quei ragazzi che sull’appello di Greta scenderanno in piazza per difendere il pianeta”.

La bella favola può concludersi? Ci si congeda soddisfatti, con la fenice in volo sui cieli del basso Lazio? C’è qualcuno che ha messo in dubbio questa storia? Qualcuno che preferisce usare il termine rifiuti speciali piuttosto che ceneri della fenice? Qualcuno che non non ha intenzione di ristrutturare il bagno di casa con le ceneri dei rifiuti?

I dubbi sul racconto

Ad allontanarsi dalla mitologia e dall’euforia generale per questa storia sono state le associazioni ambientaliste, tra tutte il circolo legambiente di Anagni e la Rete per la tutela della Valle del Sacco. I movimenti ambientalisti della zona hanno seguito la vicenda, approfondendo tutte le operazioni che nel racconto ufficiale vengono liquidate come ritardi per ottenere le autorizzazioni a produrre piastrelle e sampietrini. E infatti lo storytelling vincente ha aiutato l’azienda a ottenere la sperimentazione, lasciando in un angolo le criticità normative e i rischi sull’utilizzo delle ceneri leggere e pesanti. Fin dal primo episodio di questa storia, l’associazione Retuvasa ha analizzato il progetto di Saxa Gres, esprimendo dei dubbi sull’utilizzo di ceneri leggere e pesanti. “Per derivazione e composizione – si legge in un comunicato nel 2016 – è  evidente che i rifiuti in questione sono tutt’altro che esenti da possibili rischi per la salute e per la salvaguardia dell’ambiente, dato che possono contenere sostanze pericolose”. Retuvasa ricorda anche che le ceneri prodotte dalla combustione di un inceneritore possono essere usate solo se classificate come non pericolose, ma che soprattutto le normative autorizzano l’utilizzo delle scorie soltanto nei cementifici. “Le procedure operative di recupero che intende attuare SAXA GRES  – continua Retuvasa – non trovano quindi applicazione nella norma, ma nonostante ciò  e nonostante la prima bocciatura del progetto nel contesto del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) presso la Regione Lazio, proprio per le motivazioni sopra esposte, a Regione Lazio ha deciso comunque di percorrere la via sperimentale”.

Il parere critico di Legambiente

Nel racconto ufficiale di Saxa Gres manca qualcosa: l’opportunità di affermare in ogni fiera di settore il sostegno e la stima delle associazioni ambientaliste. E in questo caso, una grande azienda che continua a rilevare stabilimenti per produrre sampietrini e piastrelle greeen, non può dire: Legambiente è con noi.

Il comitato scientifico di Legambiente, dopo aver esaminato i risultati della sperimentazione, ha riportato diversi dubbi sul processo di produzione.

“In generale – spiega in un comunicato Legambiente –  persistono dubbi sulle operazioni di stoccaggio delle ceneri, sulle emissioni in atmosfera e sull’utilizzo delle ceneri che potrebbero determinare situazioni potenzialmente dannose per la salute dei lavoratori e per l’ambiente.” Le osservazioni del comitato scientifico sono molto dettagliate e hanno fotografato ogni passaggio del processo produttivo. Il primo trattamento subìto dalle ceneri conferite nell’impianto – si legge nelle osservazioni è quello di maturazione/carbonatazione: un processo di maturazione chimica della scoria che prevede sia un fenomeno di evaporazione che di produzione di eluato dalle scorie. Leggendo la documentazione sulla sperimentazione Legambiente nota che Sax Gres ha previsto  l’impermeabilizzazione della pavimento del capannone “dove avviene la maturazione e la raccolta dell’eluato in un pozzetto, ma non si accenna ad un sistema di areazione o filtrazione, che in un’area (un capannone coperto) in cui si intende stoccare un prodotto con evidenti componenti chimiche pericolose al suo interno, dovrebbe risultare necessario”.

Dopo le osservazioni del comitato scientifico, il circolo Legambiente Anagni sta cercando di far conoscere questi dubbi sul territorio. “A noi resta un dubbio – spiegano al Cdca gli attivisti del circolo di Anagni –  potrebbero determinarsi situazioni potenzialmente dannose per la salute dei lavoratori e per l’ambiente?  Ne varrebbe la pena, in un territorio già gravato da un considerevole peso ambientale?”

Queste domande, ovviamente, non rientrano nella narrazione costruita da Saxa Gres, ma purtroppo non sono presenti nella parte politica, che con questa storia ha ridato centralità agli inceneritori. Le categorie e le sezioni usate nella presentazioni di Acea sono diventate categorie politiche.
E anziché pensare e immaginare a come non produrre quelle ceneri pesanti, con la storia di Saxa Gres le contraddizioni di quel sistema di smaltimento nocivo entrano tutte dentro un sampietrino e una mattonella.