Cambiamento climatico: a febbraio già superate le 400 ppm di CO2

fabbricaco2[pubblicato su greenreport.itRespiriamo un’aria che nessuno dei nostri antenati ha mai respirato

 

Bruttissime notizie per il cambiamento climatico arrivano dall’osservatorio della National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) di Manua Loa, nelle Hawaii: a febbraio  la CO2 in atmosfera ha raggiunto le 400,26 parti per milione (ppm), superando la soglia che era stata varcata per la prima volta il 9 maggio  2013. Nel 2014 il dato a febbraio era di 397,91 ppm e i 400 ppm vennero superati solo ad aprile, un livello che rimase più alto per  3 mesi. È quindi probabile che nel 2015 la media annua raggiunga i 400 ppm, una vera e propria svolta epocale per le concentrazioni di CO2 in atmosfera.

 

Mauna Loa è uno dei tre siti principali dell’Organizzazione meteorologica mondiale per le misurazioni a lungo termine di biossido di carbonio ed ha cominciato a raccogliere dati nel 1956. L’altro sito nell’emisfero settentrionale è Alert a Nunavut, in Canada, dive la raccolta dati è iniziata nel 1975. Il terzo sito è in Australia, la Cape Grim Air Baseline Air Pollution Monitoring Station, nel nord-ovest della Tasmania, che ha iniziato la sua attività nel 1976.

 

L’incertezza stimata del tasso di crescita media annua della CO2 a  Mauna Loa è di 0,11 ppm/anno. Una stima che si basa sulla deviazione standard delle differenze tra i valori medi mensili misurati indipendentemente dalla Scripps Institution of Oceanography e da Noaa/Esrl. Il tasso di crescita annuo misurato a Mauna Loa non è lo stesso di quello globale : la deviazione standard delle differenze globali è di 0,26 ppm/anno.

 

Il livello di 400,26 ppm  non era mai stato raggiunto negli ultimi 23 milioni di anni ed è il segnale evidente che il riscaldamento globale sta procedendo più velocemente di quanto si pensasse e molto più in fretta delle (non) risposte che vengono dai governi e dall’economia del nostro pianet. Come scrive Science: «Oggi noi respiriamo un’aria che nessuno dei nostri antenati dell’intero genere Homo ha mai respirato» ed è colpa dei combustibili fossili che continuiamo a bruciare .

 

Intanto le concentrazioni atmosferiche di CO2 aumentano di oltre 2 ppm all’anno, abbastanza da far salire la temperatura media di 0,8 gradi centigradi. Secondo gli scienziati, continuando su questa strada, arriveremo a concentrazioni di CO2 in atmosfera di 550 ppm  ed ad un aumento delle temperature medie annuali fino a 6°C, che rendono un sogno l’obiettivo di mantenere l’aumento delle temperature a 2 gradi centigradi che si sono dati i governi nei summit dell’Unfccc.

 

Per avere il 50% di possibilità  di mantenere il riscaldamento globale di origine antropica sotto i 2° C, bisognerebbe bloccare quasi tutte le emissioni di CO2 prima che le emissioni cumulative raggiungano il trilione di tonnellate di carbonio. Il mondo ha  già emesso più della metà di questo ammontare a partire dalla rivoluzione industriale, agli  attuali tassi di crescita in accelerazione della combustione di combustibili fossili, emetteremo il resto entro la metà di questo secolo.

 

Le concentrazioni di CO2 atmosferica oscillano durante tutto l’anno, raggiungendo il loro picco a metà primavera in entrambi gli emisferi. Questo è dovuto alla crescita della vegetazione. Durante la fase di crescita produttiva, da metà primavera per tutta l’estate, la vegetazione rimuove molta CO2 dall’atmosfera, mentre emette CO2  durante i mesi più freddi a causa della pausa di crescita e della decomposizione della vegetazione di decomposizione. Questo fenomeno crea il ciclo stagionale della CO2 atmosferica. Quindi  i livelli di CO2 registrati a Mauna Loa a febbraio ritorneranno sotto le 400 ppm entro la fine dell’anno, probabilmente il calo inizierà ad agosto, quando il “prelievo annuale anidride carbonica” delle piante influenzerà i livelli di CO2 atmosferica nell’emisfero nord. Ma i dati di Mona Loa proiettano una previsione inquietante: a novembre la media delle concentrazioni di CO2 potrebbe essere ancora sopra le 400 ppm e restarci per il prossimo futuro.

 

Intanto a Cape Grim sta finendo l’estate australe e le concentrazioni di CO2 atmosferica sono a circa 396 ppm, ma ci si aspetta che anche qui i 400 ppm saranno superati per la prima volta nel  2016, molto probabilmente verso la metà dell’anno, purtroppo per restarci.

Pubblicato il 12 marzo 2015 su greenreport.it