Dossier Ombrina Mare, storie e numeri di un’operazione insensata

UpkPfA5XLjhIel39EiEhDdD1OYjY9XQAvQs1i8HdVag=--manifestazione_no_petrolio[di Legambiente su issuu.it] Non accenna a fermarsi la corsa al petrolio in Italia; e un governo dimissionario, con un vero e proprio colpo di mano vara una Strategia Energetica Nazionale che tutela ed incentiva le fonti fossili. Un paradosso per il Bel Paese dove trivellazioni selvagge, per lo sfruttamento di scarsissime risorse petrolifere e per un esiguo ritorno economico, rischiano di ipotecare il futuro mettendo in pericolo ambiente, paesaggio, agricoltura, turismo e salute pubblica. Si tratta di una prospettiva insensata che non ridurrà né la bolletta energetica né la dipendenza dall’estero in quanto, secondo le stime dello stesso Ministero dello Sviluppo Economico le riserve certe di petrolio disponibili nei fondali marini, pari a 10,3 milioni di tonnellate, coprirebbero ai consumi attuali solo 7 settimane del fabbisogno nazionale.

 

Non solo: anche attingendo al petrolio presente nel sottosuolo terrestre, il totale delle riserve certe nel nostro Paese verrebbe consumato in appena 13 mesi. Infine, considerato che il prezzo degli idrocarburi è stabilito su base mondiale non vi è possibilità alcuna, senza un intervento pubblico, che a trarre beneficio dalle trivellazioni possano essere i consumatori italiani. Intanto però, al momento il sostegno pubblico è certo per le compagnie petrolifere che, tra canoni irrisori, royalties bassissime, esenzioni e riduzioni dei valori unitari e sussidi alle fonti fossili, vedono il Bel Paese come terra e mare di conquista. Particolarmente grave la situazione, e altrettanto saranno le conseguenze, per l’Abruzzo che, nell’inquietante quadro del Ministro (del petrolio) Passera, sarebbe condannato a regione petrolchimica.

 

La Strategia Energetica Nazionale individua infatti, per l’Abruzzo un elevato potenziale di sviluppo degli idrocarburi che, sotto la prospettiva di base logistica per lo sviluppo di nuove attività estrattive per l’intero Sud Italia, prefigura un vero e proprio distretto energetico del fossile. Tutto questo, a dispetto degli interessi economici e della volontà ampiamente maggioritaria della popolazione, infatti, nella nostra Regione. Ombrina Mare si inserisce in questo contesto, e considerato il livello avanzato del progetto, rischia di fare da apripista alla nuova strategia delle trivellazioni. Il dossier “Ombrina Mare: storie e numeri di una operazione insensata” vuole così contribuire alla discussione, cercando di portare a conoscenza della popolazione abruzzese le tante forzature normative, le presunte compiacenze e l’aleatorietà dei numeri che ancora una volta, come per il centro oli di Ortona, non convincono.

 

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