Grandi dighe in Perù, si rischia un disastro ecologico

0427_dh_Chadin-2-Luis-Herrera[su Re:Common] Mentre il programma ambientale delle Nazioni Unite non fa rientrare l’idroelettrico nelle fonti rinnovabili per l’ottavo anno consecutivo, ci sono paesi e investitori che non si stancano di puntare sulle grandi dighe. Anche quando le conseguenze sull’ambiente di intere macro-regioni sembrano evidenti anche all’occhio dei meno esperti.

 

L’ultimo in ordine di tempo è il caso del governo peruviano, che intende realizzare una ventina di sbarramenti sul fiume Maranon, uno dei principali affluenti del Rio delle Amazzoni. Il corso d’acqua nasce sulle Ande e, come riporta il sito web www.mongabay.org, già solo quattro impianti potrebbero causare la morte biologica del Maranon.

 

Due delle dighe più grandi, Veracruz e Chadin 2, hanno già ricevuto una valutazione d’impatto ambientale positiva, sebbene i lavori non siano ancora iniziati. Chadin 2 è in assoluto il progetto più controverso, dal momento che inonderebbe oltre trenta chilometri quadrati di territorio, distruggendo la ricca biodiversità dell’area, oltre a cancellare letteralmente alcuni villaggi, determinando così lo sfollamento di oltre mille persone. Non sorprende certo che la popolazione locale sia fermamente contraria alla realizzazione dell’opera.

 

La protesta sta aumentando con il passare delle settimane, ma anche la repressione da parte del governo, visto che almeno 60 attivisti sono sotto indagine o già oggetto di procedimenti giudiziari. Sempre Mongabay riferisce che, proprio per la forte opposizione sul campo, la compagnia brasiliana Odebrecht non ha la possibilità di accedere liberamente all’area dove dovrebbe iniziare i lavori entro la prima metà del 2016. Non sono da escludere ulteriori rinvii, nonostante la Odebrecht neghi l’esistenza di problemi. L’azienda è anche coinvolta nello sviluppo di altri due sbarramenti sul Maranon.

 

Pubblicato il 27 Maggio su Re:Common