Conflitti ambientali in Sardegna nell’Atlante italiano

sangavino18I conflitti ambientali sardi mappati dal CDCA entrano a far parte dell’Atlante Italiano dei conflitti ambientali

Allarme Trivelle sul web

[Di Cr.Co. da “L’Unione Sarda”] Trivelle, servitù militari, impianti fotovoltaici, pale eoliche, vecchie industrie inquinanti e bonifiche sempre soltanto sulla carta. «Vertenze ambientali emblematiche», le hanno battezzate, e raccolte in una grande piattaforma web costruita da ricercatori, giornalisti, attivisti e comitati territoriali.

C’è anche la Sardegna, con sei dossier (per ora) in questa enorme mappa che abbraccia l’Italia e l’intero pianeta, e rientra in un progetto di ricerca finanziato dalla Commissione europea che ha coinvolto per 5 anni oltre 20 partner internazionali tra università e centri studi indipendenti e ha catalogato 1400 casi di conflitto nel mondo.

Dal progetto Eleonora della Saras alla chimica verde di Porto Torres, dal polo di Portovesme alla Carbosulcis, dall’area archeologica di Tuvixeddu al poligono di Quirra, e poi le emergenze delle altre regioni, da Taranto a Brescia, dalla Terra dei fuochi alla Val di Susa. Dove spesso latitano le istituzioni, ecco l’impegno di associazioni e gruppi di cittadini a protestare e lottare contro il degrado, lo sfruttamento e la corsa speculativa alla terra.

Nasce così l’Atlante italiano dei conflitti ambientali, una raccolta dettagliatissima e documentata di storie di tentativi più o meno riusciti di devastazione e di esperienze di difesa portate avanti dai movimenti. «Una Regione che non ha nel proprio storico il controllo delle attività nel sottosuolo non è certo la massima garanzia», sottolinea Paolo Piras, del Comitato No Eleonora, autore della scheda, insieme con Giulia Bagni del Centro di documentazione conflitti ambientali, che ripercorre le tappe di una delle più importanti battaglie condotte negli ultimi anni nell’Isola.

C’è tutto, il disegno e gli obiettivi della Saras e le tesi contrarie. E lo stesso per quanto riguarda Matrica e la chimica verde di riconversione dell’ex polo petrolchimico a Porto Torres; le emissioni, gli scarichi e le discariche di rifiuti del Sulcis, la grande battaglia sull’area archeologica cagliaritana di Tuvixeddu. Questo, sottolineano gli autori, è appena l’inizio, il mega archivio – cresce giorno dopo giorno. L’obiettivo principale è quello esposto anche dal Coordinamento Sardo Non Bruciamoci il Futuro e dai Comitati Sardi InRete nella richiesta di moratoria fatta al presidente Pigliaru per fermare tutti i progetti di possibile land grabbing in corso, per rivendicare «il diritto dei cittadini all’accesso alle informazioni e alla partecipazione ai processi decisionali che coinvolgono ambiente, salute, lavoro e benessere sociale».

Pubblicato il 31 agosto 2015