In Sicilia via a nuovi pozzi di petrolio e trivellazioni, scoppia la polemica

Trivelle1[Di Antonio Fraschilla su Repubblica.it] Dopo il caso delle Tremiti il ministero pronto a dare l’ok anche a ricerche nel mare di Pantelleria, mentre la Regione sta dando il via libera ad altri due impianti a Gela. Il sindaco dell’isola: “Una vergogna”. Il deputato regionale Musumeci: “Pronti a grande mobilitazione popolare” .

Nuove trivelle in mare e terra di Sicilia e anche qui scoppia la polemica. Oltre al caso delle isole Tremiti in Puglia, il ministero dello Sviluppo accoglie la domanda di estensione del campo di perforazione fatta dalla multinazionale Schlumberger a Pantelleria, mentre sono alla firma dell’assessore regionale Maurizio Croce due nuove autorizzazioni di perforazioni in terra presentate dall’Enimed a Gela: “Queste devono essere autorizzate, fanno parte del protocollo Eni firmato nel 2014 per salvare i posti di lavoro della raffineria”, dicono dall’assessorato Ambiente. Insomma, la corsa all’oro nero nel sottosuolo siciliano è ripartita.
A premere per cercare petrolio in Sicilia sono in tanti. Secondo le stime dei tecnici, nel sottosuolo dell’Isola e al largo della costa ci sono almeno sei milioni di tonnellate di oro nero e 1,6 milioni di metri cubi di gas che sulla carta valgono oltre due miliardi di euro. Un fiume di denaro che fa gola a tanti: da qui il pressing insistente per il via libera a nuove ricerche e all’incremento delle estrazioni già autorizzate. Non a caso la quantità di petrolio prodotto in Sicilia è raddoppiata negli ultimi cinque anni.

Una scelta, quella di autorizzare le trivellazioni, che solleva polemiche. A insorgere è il sindaco di Pantelleria, Salvatore Gabriele: “La ripresa di perforazioni nel mediterraneo e a Pantelleria  ci lascia increduli e sbigottiti . E’ una vergogna che il ministro Guidi abbia autorizzato trivellazioni il 22 dicembre, giorno precedente all’approvazione definitiva della legge di stabilità che all’art. 239 prevede il divieto di trivellazioni nelle zone di mare entro le 12 miglia dalla costa lungo l’intero perimetro nazionale prorogando i titoli abilitativi rilasciati. E ciò solo per bloccare i referendum prendendo in giro gli Italiani. Consideriamo inaccettabile la posizione della Regione siciliana dinnanzi ad una crescente e propositiva azione da parte di cittadini, movimenti contro le trivellazioni non rivedere la propria posizione, oltretutto oggi neanche più sostenuta da un rilancio delle raffinerie siciliane, una revisione totale dei piani industriali che si stanno indirizzando verso la Green economy e la bonifica dei siti”, conclude il primo cittadino annunciando battaglia in piazza.

A sostenere la protesta anche il deputato Nello Musumeci, leader del movimento #DiventeràBellissima: “Siamo stati i primi a denunciare la vergognosa scelta del governo Crocetta sulle trivelle, una scelta che ci è subito apparsa come atto di sudditanza alle lobbies. Adesso siamo pronti a una grande mobilitazione popolare. Se c’è chi pensa a sfruttare il territorio senza rispettarlo, troverà la nostra ferma opposizione”.

“Oggi Repubblica Palermo – ha proseguito Musumeci – ci informa che sarebbe pronto anche un progetto per Gela, la città di Crocetta, ma soprattutto quella dove insiste un polo petrolchimico che non ha mai davvero iniziato la sua riconversione”. Secondo Musumeci “la Sicilia sta perdendo grandissime opportunità anche lavorative, mentre l’indotto di tutti i poli petrolchimici isolani, esattamente come accaduto con Termini Imerese, assomiglia già ad un deserto carsico”. “Inutile girarci attorno: la Regione – conclude Musumeci – è stata incapace di un piano di sviluppo sostenibile e di un vero piano industriale”.

 

 

Pubblicato su Repubblica.it il 12 gennaio 2016