Muos, la Cassazione: “E’ abuso edilizio, rimane sequestrato”

Muos antenne1[Di redazione di Palermo.repubblica.it] Le motivazioni della conferma sigilli al sistema radar Usa in Sicilia. Sette a processo a Caltagirone: il 20 maggio prima udienza.

E’ “certamente sussistente quantomeno per la prosecuzione dei lavori in epoca successiva all’annullamento del provvedimento di revoca delle revoche” la consumazione a livello indiziario del reato di abuso edilizio nella realizzazione di infrastrutture militari costituenti il sistema radar Usa Muos in Sicilia. Lo scrive la Cassazione nelle motivazioni depositate oggi di conferma del sequestro dell’impianto che, rileva il verdetto, è stato disposto con finalità di salvaguardia dell’ambiente e della salute degli abitanti. Una notizia che arriva all’indomani del giorno delle proteste di cittadini e associazioni per la messa in funzione del sistema di telecomunicazioni acceso per rilevare le emissioni.

Ad avviso della Cassazione, non ha meritato accoglimento la tesi dell’avvocatura dello Stato che, per conto del ministero della Difesa, chiedeva l’annullamento della conferma del sequestro. Secondo l’avvocatura erariale, “il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana ha sostanzialmente sancito le piena regolarità urbanistica dell’opera e la validità dell’autorizzazione paesaggistica rilasciata dalla Soprintendenza ai beni culturali e ambientali di Caltanissetta e del nulla-osta dell’Azienda Regionale Foreste, residuando solo accertamenti su eventuali pericoli per la salute umana”. Nella sua memoria difensiva, l’avvocatura dello Stato ha insistito nel dire che i rischi per la salute degli abitanti sono “del tutto estranei alle esigenze cautelari perseguite con il decreto di sequestro che esulano dalla contestazione provvisoria”.

La Cassazione ha replicato che la sentenza amministrativa “non solo non ha affermato la illegittimità dei provvedimenti di revoca delle revoche, ma ha disposto ulteriori accertamenti sui pericoli per la salute dell’uomo nell’insediamento in questione”. “Pericoli che – prosegue la sentenza 9950 della Terza sezione penale relativa all’udienza svoltasi lo scorso 21 gennaio – non sono certamente estranei ai valori tutelati dalle norme in materia paesaggistica e ambientale”. “Va ricordato al riguardo – concludono – che l’ambiente non costituisce solo un valore estetico da salvaguardare nella sua staticità, ma luogo nel quale l’uomo esprime la propria personalità individuale e sociale senza pregiudizio per la salute, elevata a diritto fondamentale dell’individuo ed interesse della collettività”.

Intanto a Caltagirone si apre il processo a sette persone per abuso edilizio e violazione della legge ambientale per la costruzione del Muos. Gli imputati sono l’ex dirigente dell’assessorato regionale Territorio e ambiente Giovanni Arnone, il presidente della “Gemmo Spa” Mauro Gemmo, e Adriana Parisi, responsabile della “Lageco”, società che hanno costituito l’Ati ‘Team Muos Niscemi’ vincitrice della gara del 26 aprile 2007; il direttore dei lavori Giuseppe Leonardi; e i titolari di tre imprese che hanno lavorato in subappalto: Concetta Valenti della “Calcestruzzi Piazza Srl”, Carmelo Puglisi, della “Pb Costruzioni” e Maria Rita Condorelli, della “Cr Impianti srl”. Secondo l’accusa sostenuta dal procuratore Giuseppe Verzera, avrebbero realizzato l’impianto “senza la prescritta autorizzazione, assunta legittimamente o in difformità da essa”. Ed avrebbero “eseguito e facevano eseguire i lavori, insistenti su beni paesagistici, all’interno della riserva orientata denominata Sughereta di Niscemi, in zona A, di inedificabilità assoluta, in un sito di interesse comunitario”.

 

 

Pubblicato su Palermo.repubblica.it il 10 marzo 2016