I membri dell’Accademia Nazionale delle Scienze USA firmano una lettera aperta sul cambiamento climatico

1[traduzione di Nadia Simonini] Il cambiamento climatico non è un’opinione, un imbroglio o una cospirazione. È una realtà fisica. I combustibili fossili hanno fornito energia alla Rivoluzione Industriale ma la combustione di petrolio, carbone e gas ha anche causato la maggior parte dell’aumento storico nei livelli atmosferici dei gas serra che intrappolano calore. Questo aumento di gas serra sta cambiando il clima della Terra.

Le nostre impronte digitali sul sistema del clima sono visibili ovunque. Si vedono nel riscaldamento degli oceani, della superficie terrestre e dell’atmosfera più vicina alla Terra. Sono riconoscibili nell’aumento del livello del mare, nelle alterazioni subite dalle piogge, nella diminuzione
dei ghiacci marini nell’Artico, nell’acidificazione degli oceani e in molti altri aspetti del sistema del clima. Il cambiamento climatico causato dall’Uomo non è qualcosa di molto lontano dalla nostra esperienza quotidiana che riguarda soltanto il remoto Artico. È presente qui ed ora nel nostro paese, nei nostri stati e nelle nostre comunità.

Durante la campagna per le primarie presidenziali  (negli USA) hanno asserito che la Terra non si sta riscaldando, oppure che il riscaldamento è
dovuto a cause puramente naturali fuori dal controllo umano. Tali asserzioni sono in contrasto con la realtà.

Altri hanno sostenuto che non si può giustificare alcuna azione finché non avremo la certezza assoluta degli impatti umani sul clima. La certezza assoluta è irraggiungibile. Tuttavia siamo certi al di là di ogni ragionevole dubbio che il problema del cambiamento climatico causato dall’Uomo è reale, grave ed immediato e che questo problema pone rischi significativi: alla nostra capacità di prosperare e costruire un futuro migliore, alla sicurezza nazionale, alla salute umana e alla produzione di cibo e alla rete interconnessa dei sistemi viventi.

La scienza di base su come i gas serra intrappolano il calore è chiara e lo è stata da oltre un secolo. Alla fine è la forza di quella scienza di base che ha portato i governi del mondo a Parigi nel dicembre 2015. Si sono incontrati a Parigi nonostante le notevoli differenze nei sistemi di governo, negli interessi propri di ciascun paese, nelle colpe relative alle emissioni di gas serra in passato e nella vulnerabilità relativa al futuro
cambiamento climatico. I leader di oltre 190 nazioni hanno riconosciuto che il problema del cambiamento climatico causato dall’uomo è un pericolo  per i cittadini della Terra sia per quelli di oggi sia per quelli di domani. Per affrontare questo problema le nazioni hanno preso degli impegni. È stato un piccolo ma storico e vitale primo passo verso un governo più illuminato del sistema clima della Terra.

Dagli studi sui cambiamenti nella temperatura e nel livello del mare nel corso dell’ultimo milione di anni sappiamo che il sistema clima ha dei ‘tipping points’ dei punti critici. La nostra vicinanza a questi punti critici è incerta. Tuttavia sappiamo che il riscaldamento rapido del pianeta aumenta il rischio di varcare dei punti climatici di non ritorno, possibilmente mettendo in moto dei cambiamenti su larga scala nella circolazione degli oceani, lo scioglimento di importanti calotte glaciali e l’estinzione di specie. Superare tali soglie avrà conseguenze che non saranno confinate ai prossimi uno o due cicli elettorali, dureranno per molte migliaia di anni.

Anche il sistema politico ha dei punti critici. È pertanto causa di grande preoccupazione che il candidato Repubblicano alle elezioni presidenziali sia a favore di un ritiro degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi. La “Parexit ” manderebbe un segnale chiaro al resto del mondo:” Gli Stati Uniti non si interessano al problema globale del cambiamento climatico causato dall’uomo.
Siete soli.” Una tale decisione renderebbe molto più difficile lo sviluppo di strategie globali efficaci di mitigazione e di adattamento al cambiamento climatico. L’uscita dalla comunità globale avrebbe conseguenze gravi e durature – per il clima del nostro pianeta e per la credibilità
internazionale degli Stati Uniti.

Gli Stati Uniti possono e devono diventare protagonisti nello sviluppo di soluzioni innovative per il problema della riduzione delle emissioni dei gas serra. Le nazioni che troveranno modi innovativi per de-carbonizzare i sistemi energetici e per sequestrare la CO2 saranno i leader economici del 21° secolo. Andar via dall’Accordo di Parigi rende meno probabile  che gli Stati Uniti abbiano politicamente, economicamente o moralmente un ruolo di leadership globale. Non ci possiamo permettere di varcare questo punto critico.

I nomi dei firmatari sono pubblicati al seguente link