Bottiglie d’acqua e contenitori per il cibo BPA-free possono contenere BHPF nocivo

BPA-Free - Copia[su Greenreport.itIl sostituto del bisfenolo A si lega agli estrogeni e può potenzialmente causare problemi di fertilità.

Diverse associazioni ambientaliste e di consumatori hanno più volte lanciato l’allarme per la presenza di  BPA, o bisfenolo A, nelle bottiglie di plastica, nei biberon o nei giochi per la prima infanzia. Piccole quantità di questo composto possono dissolversi nei cibi e nelle bevande che contengono  e  diversi studi hanno dimostrato che il BPA può imitare gli estrogeni, legandosi agli stessi recettori nel corpo. Gli estrogeni sono coinvolti nello sviluppo del seno e  regolano le gravidanze. Gli animali esposti al BPA sviluppano sistemi riproduttivi anomale, ma non è chiaro se le persone siano esposte a dosi sufficientemente elevate per subire conseguenze di questo tipo. Nel 2015 un gruppo dei esperti dell’Efsa ha stabilito che il livello di esposizione al  BPA, attraverso la dieta o l’insieme delle diverse fonti (alimenti, polvere, cosmetici, giocattoli, prodotti plastici alimentari e carta termica) non rappresenta un rischio per la salute delle persone di tutte le fasce di età, compresi i neonati e le donne in gravidanza. Mentre un rapporto del 2013 dell’ l’Agenzia nazionale francese per la sicurezza alimentare, sanitaria ambientale e del lavoro (Anses) aveva confermato gli effetti negativi della sostanza e sottolineato  il danno per le donne incinte in termini di rischi potenziali nei confronti del feto: «L’esposizione materna al Bpa può determinare una modifica nella struttura della ghiandola mammaria del feto e tale cambiamento potrebbe a sua volta favorire lo sviluppo di tumori».

L’opinione pubblica è sempre più preoccupata ed alcuni Paesi hanno vietato il BPA, e per questo molti produttori hanno iniziato a sostituirlo con il fluorene-9-bisfenolo o BHPF, che è già ampiamente utilizzato per produrre diversi materiali.

Ma lo studio “Fluorene-9-bisphenol is anti-oestrogenic and may cause adverse pregnancy outcomes in mice” pubblicato su Nature Communications da un team di ricercatori cinesi e giapponesi  dell’università di Pechino e dell’ università farmaceutica di Gifu, dice che i sostituti possono essere altrettanto dannosi.

Jianying Hu, del dipartimento scienze ambientali dell’università di Pechino, e il suo team hanno scoperto che il BHPF si lega anche ai recettori degli estrogeni del corpo. A differenza di BPA, lo fa senza stimolarli ma bloccando la loro normale attività. Il  BHPF testato sulle femmine di topi ha portato gli animali ad avere uteri più piccoli e cuccioli di dimensioni ridotte e a un aumento di aborti rispetto a quelle non sottoposte alla sostanza.

I contenitori di plastica di cibo e bevande di solito non rivelano informazioni dettagliate sulla loro composizione, il team della Hu ha testato diverse bottiglie di plastica etichettate “BPA-free”, per vedere se nell’acqua che contenevano ci fosse BHPF, dato che l’esposizione al caldo favorisce la dissoluzione di questi composti. Il team sino-nipponico ha così scoperto che il BHPF era stato rilasciato in 23 dei 52 articoli testati, compresi tutti e tre i biberon analizzati.  Quando hanno prelevato campioni di sangue da 100 studenti di un college che bevono regolarmente acqua dalle bottiglie di plastica, i ricercatori del team della Hu hanno rilevato bassi livelli di BHPF in 7 ragazzi. Dato che ormai in giro ci sono molti materiali che contengono BHPF, non si è certi che il composto trovato nel sangue degli studenti provenga dall’acqua in bottiglie di plastica.

Commentando lo studio su New Scientist,  Frederick vom Saal, dell’università del Missouri, ha detto: «Se il BHPF si lega agli stessi recettori negli esseri umani, può potenzialmente causare problemi di fertilità. E’ abbastanza spaventoso. In teoria anche bassi livelli potrebbero interferire con i nostri sistemi ormonali» e conclude che per i contenitori di cibo  «Bisogna cercare di utilizzare la plastica il meno possibile ed evitare  dimettere contenitori di plastica nel microonde o  nella lavastoviglie, dato che con il calore si degradano».

(Pubblicato il 2/03/2017)