Cemento e asfalto: in Italia consumati quasi 30 ettari di suolo al giorno

165950312-b97abaac-9e2a-453d-a1f3-41ca9be4ab82[di Antonio Cianciullo su La Repubblica] Dai dati dell’Ispra risulta che è stato già impermeabilizzato il 7,6% della superficie italiana, molto più della media europea. Sono 23 mila chilometri quadrati, una superficie pari alla somma di Campania, Molise e Liguria.

Finora solo la crisi economica ha ridotto il danno. Il consumo di suolo è passato dagli 8 metri quadrati al secondo di inizio secolo ai 3 metri quadrati del 2016. Questo rallentamento non basta perché la percentuale di territorio impermeabilizzato, un moltiplicatore di frane e alluvioni, è arrivata al 7,6% (molto più della media europea che è ben sotto il 5%). Parliamo di 23 mila chilometri quadrati, una superficie pari alla somma di Campania, Molise e Liguria. Oggi, grazie alla legge sulla difesa del suolo, in discussione alle Camere, potremmo però cominciare a guidare il processo anziché subirlo.

I dati vengono dalla relazione presentata oggi dall’Ispra www.isprambiente.gov.it che formula vari scenari al 2050. Anche nel migliore dei casi, con interventi decisi di riqualificazione del territorio già occupato che tra l’altro permetterebbero di rilanciare un settore edilizio fortemente provato, c’è comunque da mettere in conto un consumo di 1.635 chilometri quadrati (circa 7 volte l’isola d’Elba) durante il periodo di transizione per arrivare a zero a metà secolo. Possono sembrare molti, viste le condizioni idrogeologiche del Paese, ma rappresentano comunque un notevole miglioramento rispetto allo scenario peggiore, quello di una possibile ripresa economica che ripercorra la vecchia strada del saccheggio del territorio. In quel caso sparirebbero altri 8.326 chilometri quadrati, equivalenti a un terzo della Sicilia.

Per rendersi conto di cosa significherebbe lo scenario peggiore basta pensare che tra il novembre 2015 e il maggio 2016 – in una fase di consumo di suolo molto ridotta rispetto al picco – in Italia sono stati coperti di asfalto e cemento quasi 30 ettari al giorno per un totale di 5 mila ettari: come se in pochi mesi avessimo costruito 200 mila villette. Una pressione non omogenea. Lombardia e Veneto sono oltre il 12% di territorio consumato, la Campania oltre il 10%. Tra i Comuni con più di 150 mila abitanti, gli incrementi maggiori sono avvenuti a Roma, Torino e Bologna. L’Ispra fa anche notare che le colate di cemento continuano ad interessare zone a rischio alluvione (oltre 257 mila ettari, l’11% del totale del suolo occupato) e frane (circa l’11,8% del totale), la fascia costiera, le aree protette (32 mila ettari di territorio consumato e un aumento di altri 48 ettari tra il 2015-2016).