Discarica Bussi. Dopo l’era Goio indagini sull’inquinamento del fiume Pescara

Discarica Bussi e fiume Pescara[Di redazione su Report-age.com] POPOLI (Pe). “Finalmente si potrà procedere alla caratterizzazione delle aree del polo chimico di Bussi e così accertare, dalle analisi e dai dati, se l’inquinamento del fiume Pescara sia dovuto alla discarica Tremonti, ad altri fattori, o alle aree interne dello stabilimento” dichiara l’assessore all’ambiente del Comune di Popoli, Giovanni Diamante che plaude l’emendamento dell’onorevole Antonio Castricone (Pd). Con qualche modifica, il provvedimento è stato approvato nella Legge di stabilità e mette fine a quello che in molti considerano un inutile commissariamento.

Andato a buon fine l’emendamento del deputato del Partito democratico si volta pagina per il Sito di interesse nazionale per la bonifica di Bussi al palo da un decennio. “Alle illazioni e alle polemiche abbiamo risposto con i fatti, mettendo al centro delle priorità sempre l’interesse dei Lavoratori, dei Disoccupati e dell’Ambiente” chiarisce l’onorevole del Pd. La val Pescara, dal 30 giugno, potrà finalmente archiviare l’era del commissario Adriano Goio, ma l’ingegnere ha ancora 6 mesi di tempo per portare avanti il suo lavoro. “Ci aspettiamo tutti il bando per la bonifica che, deve essere chiaro, può essere fatto a prescindere dall’accordo di programma – è scritto nel manifesto del deputato Castricone affisso a Popoli – Se tutto è veramente pronto, come ci è stato raccontato sinora, la gara può essere bandita anche nelle prossime settimane”. Un bando di gara per la bonifica delle aree esterne? Difficile credere che Goio riuscirà nell’impresa dopo 10 anni di potere assoluto e nemmeno l’ombra di una bonifica. Il primo luglio davvero passerà alla storia.

“Finalmente sarà possibile procedere alla caratterizzazione dei terreni e agli interventi per la bonifica soprattutto di quella che, tra le 3 discariche scoperte nel 2007, è considerata la più pericolosa” fa notare l’assessore all’ambiente Diamante. Parliamo appunto della discarica Tremonti, 35 mila metri quadri di terreno in cui i rifiuti tossici sono stati scaricati direttamente sul suolo, senza impermeabilizzazione, contenimento o copertura. Secondo il Coordinamento Bussigiriguarda questa discarica è abbandonata a sé stessa, il commissario non avrebbe previsto che una singolare messa in sicurezza con delle paratie. A contestare questa installazione è stata l’Università di Napoli che ha sottolineato, in tempi non sospetti, come l’operazione paratie nella Tremonti potrebbe essere stata dannosa per un possibile collegamento tra la superficie, la falda intermedia e quella profonda, trasportando così gli inquinanti della discarica proprio alla falda profonda. La Tremonti, a ridosso del fiume Pescara, esporrebbe le comunità della valle ancora ad enormi rischi. Risulta dalla Commissione parlamentare d’inchiesta (seduta n. 42 del 26 maggio 2015) che ha interpellato Giovanni Damiani. Il direttore tecnico dell’Arta ha confermato che le paratie nella discarica, a margine del fiume Pescara, “non hanno avuto alcuna validità..” perché l’intervento voluto da Goio “..non isola il fiume e così la discarica risulta essere, dai dati e dagli atti, in una buona misura in ammollo”. Ha chiarito ancora meglio il direttore: “L’acqua del fiume permea dentro la discarica e poi in parte finisce sotto falda, ragion per cui l’inquinamento viene restituito molto più giù e, in parte minore, per un tratto contamina il fiume”. Fatto sta che il commissario Goio non ha permesso ai tecnici Arta di accedere alla discarica Tremonti per le analisi – conferma l’assessore di Popoli Diamante, così solo a luglio sarà possibile accertare l’origine dell’inquinamento che non accenna a diminuire proprio sul fiume Pescara.

Archivio. Il 28 febbraio 2011 è stato sottoscritto l‘accordo di programma inerente la bonifica del Sin Bussi tra Ministero dell’ambiente, Regione Abruzzo, Comuni del SIN, Province di Chieti e Pescara. Per la riqualificazione industriale sono stati stanziati 50 milioni di euro (primo lotto di fondi pubblici destinati alla messa in sicurezza e bonifica del sito per finalità di reindustrializzazione) indispensabili alle opere e agli interventi di bonifica e messa in sicurezza, da attuarsi prioritariamente sulle aree industriali dismesse e i siti limitrofi. Solo a fine giugno 2016 Regione e ministero dell’Ambiente torneranno nella disponibilità delle risorse economiche che, seppure decurtate parzialmente dalle leggi di stabilità, risultano poste nella disponibilità del commissario delegato, con trasferimenti effettuati in data 16 ottobre 2013 e 13 febbraio 2014. Il sito industriale si raccoglie in circa 10 ettari di terreno ed è attualmente, anche se in parte, interessato dalle produzioni Solvay. Sarebbero necessari 7 miliardi di euro per la bonifica completa del SIN e della discarica Tremonti, indica così una perizia prodotta, nel processo in Corte d’Assise, dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra).

Caratterizzazione dell’area interna allo stabilimento, a novembre 2013 è stato dato avvio alle attività e l’ultimazione delle analisi, prevista per il 28 febbraio 2014, che purtroppo ha subito dei rallentamenti, ancora oggi il 20% della validazione dei dati di risultanza delle caratterizzazioni è incerta.

 

 

Pubblicato su Report-age.com il 28 dicembre 2015