Expo, Petrini (Slow Food) all’attacco: “E’ un circo Barnum, hanno dimenticato i contenuti”

Carlo-Petrini[di Oriana Liso su Repubblica.it]  “Straordinaria impresa estetica, ma si è persa l’occasione di fare cultura e trasmetterla. Non si può ostentare opulenza in un mondo in cui si muore di fame”. Farinetti: “Rischio c’è, ma lavoreremo fino al 31 ottobre per le idee: arriveranno 30 milioni di visitatori”

“Siamo qui perché la sedia vuota non paga mai”: Carlin Petrini è a Expo, nel padiglione di Slow Food, con Jacques Herzog, l’architetto che l’ha progettato. Entrambi non risparmiano critiche all’Esposizione, sia per i contenuti che per alcune scelte architettoniche, diverse dal progetto originario di orti globali al quale avevano lavorato. “Circo Barnum” è la definizione del fondatore di Slow Food di una Expo “che non può ridursi solo in una fantasmagorica, straordinaria impresa estetica ma deve avere contenuti”.

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L’idea originale è stata “ridotta con cattivo gusto, facendo intendere che non aveva appeal per attirare le persone: hanno scelto un’ipotesi diversa, hanno perso grande opportunità di fare cultura e di trasmetterla”, è l’attacco di Petrini, mentre in prima fila arriva il commissario unico di Expo Giuseppe Sala. Critiche arrivano anche alle scelte di alcuni paesi (“non si può ostentare opulenza in un mondo in cui si muore di fame”), mentre il padiglione Slow Food ha scelto uno stile quasi monastico, con moduli di legno che potranno essere smontati e rimontati nelle scuole lombarde o in Africa, come aule o come capanni per gli attrezzi.

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La polemica di Petrini non risparmia McDonald’s (“Noi non siamo la loro compensazione”), ma l’occasione è anche quella di lanciare l’edizione di Terra Madre che ci sarà ad ottobre e porterà a Milano centinaia di giovani contadini da tutto il mondo. Per questo Slow Food lancia una raccolta fondi e invita i milanesi ad accogliere i contadini nelle loro case. Pensando alle devastazioni del Primo maggio, Petrini – che cita anche la futura enciclica di papa Francesco – sottolinea: “Sono venuti con la maschera in volto a distruggere Milano, ora arriveranno i giovani contadini a costruire”. Petrini, alla fine, ringrazia Sala, definendolo il ‘Cireneo’ di Expo, “che si è preso questa croce sulle spalle, ma deve guardare anche agli aspetti negativi che abbiamo sollevato”.

Una critica diretta, contestata però dal ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina. “Trovo ingiusto dire che Expo non ha contenuti – replica – è bene riflettere su come si può migliorare ogni giorno ma rappresentarla all’anno zero è sbagliato. Abbiamo ancora negli occhi ad esempio l’iniziativa straordinaria di questa mattina organizzata dalla Caritas internazionale proprio sul tema cruciale della lotta alla fame nel mondo e sugli impegni concreti da assumere per raggiungere questo obiettivo. E’ solo l’ultima di tantissime iniziative che stanno animando dal basso il confronto e chi ha la curiosità di visitare l’esposizione troverà tracce concrete di questa esperienza, frutto del lavoro di tante persone appassionate: nei padiglioni nazionali – conclude Martina – con le associazioni e le ONG e nello sforzo dell’Italia che anche con la Carta di Milano e le sue attività quotidiane sta proponendo a tutti una piattaforma di confronto unica”.

Nella polemica, rispondendo al duro attacco del fondatore di Slow food, interviene anche Oscar Farinetti, patron di Eataly, che dà ragione in parte a Petrini ma dice: “Rischiamo che diventi un’occasione persa, ma lavoreremo fino al 31 ottobre per non perderla”. Sebbene sia convinto che ci sia da lavorare, secondo Farinetti l’Esposizione andrà meglio del previsto: “Altro che venti milioni, ci saranno trenta milioni di visitatori”, dice.

Farinetti, a margine della presentazione del padiglione di Slow food, spiega che a suo avviso l’unico neo e che “si doveva parlare un po’ di più di contadini, di allevatori e pescatori, ma visto che Petrini ha ragione – dice – noi adesso ci diamo da fare e ne parliamo”. Ad esempio, Farinetti annuncia la volontà di “portare i nostri seimila fornitori, che sono contadini, qui ad Expo, tutti insieme” per valorizzarli. Tornando al numero di visitatori, il padre di Eataly è convinto: “Gli ingressi vanno bene, il sito è strapieno. Ci sono tante persone e si vedono: altro che venti milioni, ci saranno trenta milioni i visitatori. Perché Expo è una roba di una bellezza inaudita che permette a tutti questi ragazzi di capire che cosa l’Italia è capace di organizzare”.

pubblicato il 19 maggio 2015 su repubblica.it