Fenicotteri contro idrocarburi? A Comacchio la nuova sfida del governo Renzi al territorio

[di Augusto De Sanctis su augustodesanctis.wordpress.com] Oggi andiamo a Comacchio in provincia di Ferrara. Altro pozzo, altro giro del paese grazie al famigerato Decreto Sblocca/sporca Italia del Governo Renzi.

 

L’ENI aveva da tempo nel cassetto il progetto di mettere in produzione la concessione Agosta a poca distanza da Comacchio e dalle sue splendide saline, formalmente tutelate come parco naturale e sito di interesse comunitario.

 

La Regione Emilia Romagna, dopo i terremoti del 2012 e per timore della subsidenza (l’abbassamento del suolo causato dall’estrazione di fluidi dal sottosuolo), teneva fermo questo progetto da tempo.

 

Il decreto Sblocca Italia del 2014 ha stabilito che le procedure di Valutazione di Impatto Ambientale per i pozzi in terraferma devono essere svolte direttamente presso il Ministero dell’Ambiente, togliendo le competenze alle regioni.

 

Et voilà, dopo anni il progetto riparte e l’ENI torna alla carica presentando la domanda di compatibilità al Ministero dell’Ambiente.

 

A questo link tutto il materiale:http://www.va.minambiente.it/it-IT/Oggetti/Info/1552

 

Ricordo che chiunque (cittadini, associazioni, comuni ecc.) può presentare osservazioni da tutta Italia e anche dall’estero, entro il 5 settembre 2015.

 

Ora, il pozzo è già esistente, bisogna “solo” scavare un tratto di gasdotto di circa 2,3 km per collegarlo alla rete Snam, ed avviare l’estrazione di metano.

 

Qui vengono i dolori. Quando si estraggono fluidi dal sottosuolo, all’abbassamento del suolo per la naturale costipazione dei sedimenti si aggiungono gli effetti dell’ulteriore compattazione del suolo determinata dall’attività umana, dall’estrazione di acqua a quella degli idrocarburi.

 

Nel periodo 1999-2002 l’abbassamento del suolo in Pianura Padana era un fenomeno diffusissimo, con punte di oltre 3 cm l’anno!

 

Nel biennio 2011-2012 la situazione appare molto migliorata, segno che non appena si riducono le attività antropiche che esacerbano questi fenomeni si torna lentamente al tasso annuo di abbassamento naturale (pochi mm all’anno).

 

Guarda caso gli anni ’90, quando in Pianura padana il suolo si abbassava più velocemente, hanno visto il picco nell’estrazione di gas in Italia e molti pozzi erano attivi proprio in quelle aree!

 

Torniamo al “nostro” pozzo a Comacchio.

 

Negli elaborati il proponente ha incluso uno studio previsionale sulla subsidenza potenzialmente derivante dall’avvio delle estrazioni dalla concessione Agosta, in connessione con un altro giacimento, Dosso degli Angeli, dove la produzione è partita nel 2000.

 

Cosa dice lo studio?

 

Intanto è una simulazione, per cui cambiando alcuni parametri come la porosità delle rocce e la geometria del giacimento si ottengono risultati diversi. Senza entrare nel merito di queste assunzioni di partenza, vengono fuori tre scenari, di bassa, media e alta attivazione del fenomeno.

 

Lo studio fa un’analisi tenendo conto del campo di estrazione già attivo.

 

Sostanzialmente nell’area del giacimento in cui è già attiva la produzione, quello verso la costa, Dosso degli Angeli, la situazione sostanzialmente si è già stabilizzata, con una perdita di circa 35 centimetri.

 

Invece nell’area del nuovo giacimento, l’AGOSTA si avrebbe una perdita di quota tra i 6 e i 17 centimetri entro il 2030 nello scenario peggiore.

 

Lo studio evidenzia una lieve influenza delle estrazioni dell’altro campo posto a diversi chilometri di distanza, come chiarisce questa tabella contenuta nello studio. Questo fa capire la vastità delle aree potenzialmente coinvolte dai fenomeni di subsidenza. Non si abbassa, cioè, solo l’area del pozzo ma sono interessate, a vario grado, aree di migliaia di ettari.

 

Tra l’altro, a voler essere puntigliosi, nello studio eliminano la componente di abbassamento “naturale”, stabilita nello studio sulla subsidenza, a 5 mm/anno.

 

Ora, io non sono un esperto di subsidenza, però leggo molto e non posso non notare che in un altro elaborato del progetto (il Quadro Ambientale dello Studio di Impatto Ambientale), la stessa ENI parla di un abbassamento naturale nell’area pari alla metà (tra 0 e 2,5 mm/anno).

 

Veniamo agli impatti. Sareste contenti voi di abitare in un’area dove i terreni si abbassano di 15 cm in 15 anni, vicino al mare?

 

Sareste preoccupati se il vostro lavoro dipendesse dalle spiagge e dal turismo?

 

Lo scorso inverno, a Febbraio, poco più a sud il ravennate è stato colpito da una delle più violente mareggiate degli ultimi decenni, un fenomeno mai visto a memoria dei viventi.

 

Intere città allagate, le spiagge e le infrastrutture travolte.

 

Certo, 30 cm in meno di quota in una spiaggia … infatti qualcuno ne ha parlato, attaccando l’uso sconsiderato del sottosuolo.

 

A mio avviso esacerbare il rischio di subsidenza risulta del tutto inconcepibile, visto che ci troviamo in una delle aree a maggiore rischio di erosione e addirittura introgressione marina a causa dei cambiamenti climatici e del conseguente innalzamento dei mari.

 

Già nel 2007 l’attuale ISPRA (cioè un ente governativo) in un documento evidenziava chiaramente che l’area in questione è a fortissimo rischio, anzi, quella a maggiore rischio nell’intero paese!.

 

Evito di parlare di rischio sismico, che in Olanda è stato indotto da una subsidenza anche meno marcata di questa, visto che ne ho parlato in un altro post (http://wp.me/p5yal4-8b). Rilevo che il progetto depositato al Ministero è privo di uno studio specifico su questo tipo di rischio, nonostante si ammetta che nell’area sono possibili, naturalmente, terremoti.

 

Voglio spendere una parola sull’impatto naturalistico. Come si vede le aree di subsidenza (tra l’altro con differenze da zona a zona in quanto ad abbassamento del suolo previsto) interessano una delle aree a maggiore importanza naturalistica europea, le Valli del Mezzano e le Saline di Comacchio.

 

Un abbassamento del suolo differenziale cambia, come detto, le quote del terreno e la microtopografia. Ricordo che ci sono habitat diversi a seconda della quota rispetto all’acqua. Bastano pochissimi centimetri di differenza per trovare specie diverse. I valori di salinità, solidi sospesi ecc.ecc. cambiano con le quote.

 

E’ incredibile, a mio parere, che lo Studio di Impatto Ambientale e lo Studio di Incidenza Ambientale ignorino completamente gli effetti della subsidenza sul regime delle acque in superficie e sul delicatissimo ambiente delle saline.

 

Oltre a tutti gli aspetti ambientali e di rischio, questo progetto rinnova il conflitto tra l’economia concentrata dei petrolieri favorita dal Governo Renzi e l’economia diffusa del turismo.

 

Infatti la bellezza delle valli e delle saline e le spiagge antistanti attirano a Comacchio un numero impressionante di turisti. Io stesso sono rimasto ammaliato dalla bellezza delle saline. Vedere al tramonto migliaia di fenicotteri volare a poche decine di metri è stato uno spettacolo indimenticabile.

 

Decine di strutture alberghiere, guide turistiche, lidi danno lavoro a migliaia di persone. Un pozzo del genere a poche decine in fase di cantiere, a 1-2 persone in fase di esercizio.

 

Io, ovviamente, parteggio per i fenicotteri…

 

Pubblicato il 12 luglio 2015 su augustodesanctis.wordpress.com