Gavin Schmidt (Nasa): “Ecco perché da millenni mai temperature come quelle del 2016”

130811339-41aca04a-d7f4-4693-8b1d-5d992fedc47a[di Marco Tedesco su repubblica.it] Uno degli autori del rapporto che ha decretato l’anno appena trascorso come il più caldo dal 1880 spiega a Repubblica cosa sta succedendo al nostro Pianeta. E che anche in un passato molto lontano non c’è stato niente di simile.

L’anno che si è appena concluso è stato il più caldo dal 1880. La conferma di quello che già era un fondato e allarmante sospetto arriva dalla conferenza stampa tenuta ieri da Nasa e Noaa, i due enti governativi Americani responsabili per l’analisi delle temperature del nostro pianeta. Già durante i primi mesi dell’anno ce ne eravamo accorti, quando i record stagionali sono stati battuti consecutivamente da gennaio ad agosto. Ma un aspetto fondamentale del record di quest’anno riguarda l’Artico che ha registrato un aumento delle temperature pari a più del doppio di quelli del pianeta, come si legge nell’Arctic Report Card redatto da Noaa, che descrive anche i record dello scioglimento dei ghiacci della Groenlandia, dell’estensione del ghiaccio marino e della copertura nevosa.

“Non è più necessario aspettare i segnali del cambiamento climatico – commenta Gavin Schmidt direttore del Nasa Goddard Institute of Space Studies (GISS) – i dati del 2016 e lo sconvolgimento delle temperature medie nell’Artico gridano chiaramente che il cambiamento sta accadendo ora, in questo momento”. Molti esperti vedono nel fenomeno naturale El Nino un potenziale “intruso” che ha alterato le temperature globali, aggiungendo un ulteriore riscaldamento a quello dovuto al cambiamento climatico. Schmidt e i colleghi stimano un effetto non più grande del 10% sulle stime di temperatura, confermando quindi la natura allarmante dei dati del 2016.

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Ma quanto unico è il record del 2016 rispetto a centinaia o migliaia di anni fa? “C’è una crescente convinzione nella comunità scientifica”, spiega Schmidt, “che l’ultimo decennio sia unico ed eccezionale nell’ambito degli ultimi millenni. Andare indietro oltre negli anni è più complicato, ma credo che la Terra sia ora più calda di quanto lo fosse circa diecimila anni fa”. E le previsioni dei modelli indicano per il 2017 un altro anno in cui le temperature continueranno a salire. L’anticipata presenza de La Nina potrebbe “raffreddare” leggermente il pianeta, impedendo al 2017 di battere un nuovo record. Schmidt è dell’opinione che l’anno appena iniziato farà uscire dalla graduatoria uno dei cinque anni più caldi. E azzarda il pronostico che le temperature nel 2017 raggiungeranno valori prossimi a quelle del 2016, anche se leggermente al di sotto.

Tutto questo avviene mentre il presidente americano eletto Donald Trump si prepara a insediarsi alla Casa Bianca, seguito dai membri della sua squadra. In particolare, il neo-direttore dell’agenzia americana della protezione dell’ambiente (Epa), Eric Pruitt, e il nuovo segretario di stato Rex Tillerson, già amministratore delegato della ExxonMobil, una delle principali compagnie petrolifere statunitensi. Entrambi acerrimi nemici della lotta al cambiamento climatico e con forti legami con le compagnie petrolifere. Nel frattempo, mentre la NASA rivelava il nuovo record, Barack Obama enunciava il suo ultimo discorso al popolo americano come Presidente degli Stati Uniti. E riferendosi al cambiamento climatico ha ricordato: “senza azioni coraggiose, i nostri figli non avranno il tempo di discutere sull’esistenza o meno del cambiamento climatico. Saranno troppo occupati a prendersi cura dei suoi effetti: disastri ambientali, impatti economici e ondate di rifugiati che chiedono asilo”. Parole che, purtroppo, non riguardano una realtà lontana, e ci invitano ad ascoltare il “grido” dell’Artico dove, come ricorda Gavin Schmidt, il cambiamento è già in corso.

(Pubblicato il 19/01/2017)