Il Parlamento europeo chiede di bloccare le importazioni di mais e cotone resistenti agli erbicidi

[di Beniamino Bonardi su Il Fatto Alimentare] Con due risoluzioni, il Parlamento europeo ha contestato la proposta della Commissione di autorizzare l’importazione di prodotti di mais e di cotone geneticamente modificati e resistenti agli erbicidi. La risoluzione si oppone alla commercializzazione dei prodotti contenenti mais DAS-40278-9, che esprime la proteina AAD-1, che conferisce tolleranza all’acido 2,4-diclorofenossiacetico (2,4-D) e agli erbicidi arilossifenossipropionati (AOPP), e sottolinea che ricerche indipendenti sollevano preoccupazioni in merito ai rischi dell’ingrediente attivo della 2,4-D in materia di sviluppo dell’embrione, difetti congeniti e interferenza endocrina. Gli stessi Stati membri hanno criticato la procedura di consultazione svoltasi tre mesi prima dell’approvazione, in particolare a causa della mancanza o insufficienza dei dati presentati, ma anche per l’inadeguatezza dei test. La risoluzione è stata approvata con 435 voti favorevoli, 216 contrari e 34 astensioni. La richiesta di autorizzazione al commercio dei prodotti contenenti mais DAS-40278-9 è stata presentata da Dow AgroSciences Europe.

In un’altra risoluzione, approvata con 425 voti favorevoli, 230 contrari e 27 astensioni, gli europarlamentari hanno affermato che le importazioni di prodotti derivanti dal cotone GHB119 geneticamente modificato non dovrebbero essere autorizzate, in quanto ciò favorirebbe l’aumento mondiale nell’uso di erbicidi a base di glufosinato ammonio (a cui il GHB119 è resistente), che è classificato come tossico ai fini della riproduzione. La richiesta di autorizzazione al commercio di alimenti, ingredienti alimentari e mangimi contenenti, costituiti od ottenuti a partire da cotone GHB119, è stata presentata da Bayer.

L’attuale procedura europea di autorizzazione degli OGM, sia per la coltivazione che per l’alimentazione umana e animale, prevede una valutazione del rischio da parte dell’Efsa. Se i risultati sono favorevoli, la Commissione Ue presenta agli Stati membri un progetto di decisione, che richiede una maggioranza qualificata, a favore o contro. In assenza di una maggioranza qualificata, come sinora è accaduto, la decisione viene rimessa alla Commissione, che rilascia l’autorizzazione. A questo punto, i singoli Stati possono vietare la coltivazione sul proprio territorio, mentre non possono impedire la vendita e l’utilizzo di alimenti e mangimi contenenti ingredienti geneticamente modificati.

Il Parlamento europeo ha criticato ancora una volta questa procedura Ue di autorizzazione all’importazione di prodotti contenenti OGM. Nell’ottobre 2015, l’europarlamento ha bocciato una proposta di legge della Commissione, che avrebbe consentito a ogni Stato membro di limitare o vietare la vendita e l’uso di alimenti o mangimi OGM nel proprio territorio, anche se già approvati a livello Ue. I deputati hanno ritenuto che tale norma sarebbe potuta risultare inattuabile o avrebbe potuto portare alla reintroduzione di controlli alle frontiere tra i paesi pro e anti OGM. Hanno pertanto invitato la Commissione a presentare una nuova proposta.

(Pubblicato il 25/05/2017)