Il viadotto dei Toto sfonderà le meravigliose Gole di San Venanzio

1[su primadanoi.itL’allarme degli ambientalisti. Acerbo parla di Turchia e Forza Italia esulta perchè per ora è saltata la delibera. 

ABRUZZO. Un viadotto che sfonderà le meravigliose Gole di San Venanzio: anche questo prevede il progetto del gruppo Toto sull’accorciamento dei tracciati autostradali A24 e A25. Un progetto mastodontico che attende il via libera del ministero e che non piace a tutti. Ieri l’assessore alle Aree Interne, Andrea Gerosolimo, nella riunione di giunta che doveva prendere atto del via libera di massima dei tecnici, è riuscito almeno a strappare la promessa alla squadra di Governo di far partire un momento di confronto con il territorio o meglio quella fetta di amministratori pubblici che proprio non mandano giù il progetto.
Sindaci, ma non solo, che gridano al rischio di isolamento che la creazione di una viabilità alternativa potrebbe produrre. Ma anche sul fronte ambientale, oltre che su quello sismico (il nuovo tracciato passerebbe su tre faglie attive) ci sono problemi. Le associazioni che si battono per la tutela del territorio sono sul piede di guerra e comincia già a respirarsi l’aria della mobilitazione che il movimento ambientalista abruzzese respira da tempo a pieni polmoni.
In lontananza affiorano echi lontani come quelli della durissima battaglia, indimenticabile, contro il traforo del Gran Sasso.
Oggi come allora da un lato c’è un progetto mastodontico che attende il via libera del Ministero e dall’altro la bellezza del territorio che è in pericolo. E non una bellezza qualunque uno dei paesaggi di maggior pregio dell’Abruzzo.
«Si tratta di un vero e proprio affronto alla storia e alla natura abruzzese, un attacco senza se e senza ma al buon senso e a numerose norme nazionali ed internazionali poste a tutela di beni culturali, paesaggistici e naturalistici», denunciano Stazione Ornitologica Abruzzese, LIPU, Altura e Salviamo l’Orso.
Le associazioni fanno notare che oltre alle Gole l’attuazione di questo progetto comporterebbe la distruzione ambientale e paesaggistica di diversi altri siti, inclusi in parchi nazionali e regionali e in riserve naturali che caratterizzano il paesaggio e l’ambiente dell’Abruzzo la cosiddetta “Regione verde d’Europa”.
«Pensavamo di averle viste tutte in questi anni ma questo progetto mina alla radice qualsiasi idea di tutela del patrimonio appenninico pur di far fare profitto ad un gruppo imprenditoriale», continuano gli ambientalisti.
Le Gole di San Venanzio sono in gran parte Riserva naturale regionale e, per la restante parte, Parco naturale regionale. Sono tutelate a livello comunitario essendo classificate quale Sito di Interesse Comunitario per la fauna e la flora nonché Zona di Protezione Speciale con la nidificazione dell’Aquila reale e di una specie prioritaria, il Lanario. Ci sono Beni culturali come l’Eremo di San Venanzio e l’acquedotto romano. Insomma, un concentrato di valori unici.
L’approvazione da parte di un tavolo “interdisciplinare” del progetto «ha volutamente ignorato la parte naturalistica perché sa benissimo che altrimenti avrebbero dovuto evidenziate i valori dei beni comuni la cui integrità è messa in pericolo dal progetto», denunciano le associazioni.
«Sarebbero emersi decine di vincoli da superare. Così si preferisce costruire la “rete” degli interessi favorevoli per mettere tutti davanti al fatto compiuto».
Ma le norme comunitarie impongono di esaminare preliminarmente e non “a posteriori” l’incidenza degli interventi su fauna e flora protetti.
«Le scelte devono basarsi sulla valutazione consapevole di cosa c’è sul campo e non cercare di adattare ex post l’ambiente ai progetti con il risultato che alla fine a pagarne le conseguenze sono i valori naturalistici e paesaggistici», fanno notare gli ambientalisti.
Le associazioni chiedono al presidente d’Alfonso se è pronto a sacrificare sull’altare degli interessi del Gruppo Toto il futuro dell’Abruzzo e dei suoi beni comuni finora rimasti intatti: «ci chiediamo come possa fare a difendere e a supportare un progetto dove si massacrerà una delle valli più note dell’Appennino per un progetto faraonico e del tutto inutile, se non per le casse del privato. Ci batteremo con tutte le nostre forze per evitare questo gravissimo svilimento del nostro territorio. Stiamo continuando ad esaminare il progetto e presto avremo il quadro completo della devastazione che potrà arrecare al territorio. In ogni caso già solo esaminando questa sezione del tracciato diventa chiaro lo sfacelo che porterebbe al nostro patrimonio».

 

«SCENARIO DA TURCHIA»

 

Il mega-progetto da 5,7 miliardi di euro non piace nemmeno a Rifondazione Comunista. Stamattina in conferenza stampa Maurizio Acerbo e Marco Fars hanno auspicato la creazione di un movimento come quello costruito per fermare il terzo Traforo del Gran Sasso, il Centro Oli di Ortona e Ombrina.

«In tutta questa vicenda non ci sorprende il ruolo del Presidente della Regione che nel diluvio di parole che lo caratterizzano, in campagna elettorale e dopo, non ha mai parlato di un progetto che invece supporta senza alcun mandato popolare e nemmeno del Consiglio regionale», hanno detto da Rc.
In questo scenario si inserisce la vicenda del possibile acquisto del quotidiano Il Centro da parte di Toto.
«Sarebbe molto grave», sostengono Acerbo e Fars, «che il quotidiano finisse sotto il controllo di gruppi imprenditoriali del settore dei lavori pubblici (o della sanità) che potrebbero esercitare un condizionamento ancor più forte sulla politica e le istituzioni del nostro territorio. In particolare è davvero uno scenario da Turchia quello in cui il gruppo imprenditoriale che può contare sull’amico di famiglia e “damo di compagnia” alla guida della Regione assume il controllo anche del principale quotidiano.Il gruppo Toto-D’Alfonso costituisce come avevamo profetizzato un’emergenza ambientale e democratica».
FORZA ITALIA ESULTA, PER ORA
Intanto Forza Italia esulta perché dopo l’allarme lanciato ieri D’Alfonso ha bloccato la delibera inserita nella scaletta dell’ultima seduta di giunta dove si voleva prendere atto del progetto di messa in sicurezza Autostrade A24 e A25 con relativo parere tecnico.
«Adesso vogliamo», chiedono Mauro Febbo e Lorenzo Sospiri, «che il piano di lavoro del gruppo Toto venga portato e illustrato in Consiglio regionale affinché tutta l’assise ne possa conoscere i contenuti».
Già ieri i due consiglieri regionali hanno inoltrato al dirigente della presidenza richiesta formale di copia per avere contezza del progetto dei sui contenuti dei costi e, soprattutto, dei pareri tecnici che vi occorrono per realizzare un’opera imponente e impattante come la deviazione di un’arteria autostradale nel cuore delle aree interne.
«Non è concepibile – continuano i consiglieri di Forza Italia – che vengano fatti incontri sui territori e tavoli tematici sull’argomento quando chi è chiamato a decidere e legiferare ancora non viene a conoscenza di documentazione relativa all’opera. Il presidente D’Alfonso deve capire che esistono regole istituzionali e uno statuto regionale che non può eludere visto anche la ferma contrarietà manifestata dalle comunità dei territori interessati che non sono stati minimamente ascoltati. Pertanto – concludo Febbo e Sospiri – chiediamo che venga fatta luce e spiegato nei dettagli l’idea del progetto di variante dell’A24 e A25 al Consiglio regionale, unica istituzione regionale deputata a decidere su un progetto di tale portata».

 

Pubblicato il 22/07/2016

 

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