Imprese transnazionali e rispetto dei diritti umani

unhrc[di Cecilia Erba per CDCA] Nel 2014, il Consiglio per i Diritti Umani (United Nations Human Rights Council – UNHRC), formato dai rappresentanti di 47 Stati delle Nazioni Unite a rotazione, ha istituito il gruppo di lavoro su società transnazionali e altre imprese commerciali e il rispetto dei diritti umani (Open-Ended Intergovernmental Working Group on transnational corporations and other business enterprises with respect to human rights – OEIGWG), con l’obiettivo di elaborare uno strumento internazionale legalmente vincolante per regolarne le attività. La Risoluzione è stata adottata grazie ai voti favorevoli dei Paesi africani e asiatici all’epoca rappresentati all’interno dell’UNHRC, insieme a Russia e Venezuela, mentre i Paesi europei (tra cui l’Italia) e gli Stati Uniti si sono dichiarati contro e i restanti Paesi dell’America Latina, del Medio Oriente e il Botswana si sono astenuti.

Lo scorso 16 luglio, la missione permanente dell’Ecuador presso le Nazioni Unite ha presentato, per conto della Presidenza dell’OEIGWG e dopo una serie di consultazioni e incontri informali, la prima bozza dello strumento vincolante, che sarà utilizzata come base per le negoziazioni tra gli Stati alla prossima seduta del Gruppo di Lavoro, tra il 15 e il 19 ottobre 2018.

La bozza di Convenzione ha tre obiettivi principali:

  • Rafforzare il rispetto, la promozione e la protezione dei diritti umani nel contesto delle imprese economiche a carattere transnazionale;
  • Assicurare l’effettivo accesso alla giustizia e a forme di riparazione per le vittime di violazioni dei diritti umani nel contesto di attività economiche di carattere transnazionale e prevenire tali violazioni;
  • Promuovere la cooperazione internazionale finalizzata al rispetto da parte degli Stati dei propri obblighi derivanti dal diritto internazionale sui diritti umani.

Per quanto riguarda la tutela delle vittime, la proposta prevede che gli Stati ne tutelino i diritti e si impegnino a indagare ogni violazione, garantendo protezione, assistenza legale e accesso alle informazioni. Come forme di riparazione, si prevedono da una parte la restituzione, compensazione, riabilitazione e garanzia di non reiterazione per le vittime, dall’altra la bonifica ambientale e la ricostituzione ecologica se possibile e la copertura delle spese di ricollocazione delle vittime e delle infrastrutture comunitarie. L’Ecuador propone anche l’istituzione di un Fondo Internazionale per le Vittime, per fornire assistenza legale e finanziaria.

Sul lato delle imprese con attività a carattere transnazionale, la Convenzione prevede l’adempimento di “obblighi di dovuta diligenza”, che includono il monitoraggio dell’impatto delle proprie attività in termini di diritti umani, la prevenzione e l’identificazione delle violazioni, la predisposizione di rapporti pubblici e periodici sulle questioni ambientali e sui diritti umani, analisi previe ed ex-post degli impatti ambientali e sui diritti umani, e consultazioni “significative” con i gruppi i cui diritti sono potenzialmente colpiti. L’adempimento di questi obblighi dev’essere monitorato dagli Stati sotto la cui giurisdizione cadono le imprese.

Infine, la bozza identifica la cooperazione interazionale come strumento per promuovere l’implementazione e il rispetto delle norme previste.