La foresta boreale si sta esaurendo per colpa dei fazzoletti

174542533-0b556dbb-064d-4ad4-9ff6-aa828d4c1398[di Andrea Tarquini su La Repubblica] L’allarme sul polmone verde del Nordeuropa (in Svezia, Finlandia e Russia): una risorsa messa a dura prova dall’aumento sul mercato internazionale dei prodotti usa e getta. Solo in Italia il consumo procapite è pari a 9 kg l’anno.

I fazzoletti di carta, oggetto d’uso quotidiano in tutto il mondo, stanno mettendo in pericolo la sopravvivenza della foresta boreale. Insieme alla produzione di carta asciugatutto, tovaglioli, carta igienica e altri prodotti simili. Il grido d’allarme viene dall’organizzazione ambientalista globale Greenpeace. Il problema coinvolge le foreste in Svezia, Finlandia e Russia. Ed essenzialmente è causato, sempre secondo Greenpeace, dalle deforestazioni attuate per soddisfare le ordinazioni della Essity, principale azienda europea e seconda mondiale nella produzione appunto di fazzolettini, asciugatutto, tovaglioli, carta igienica.

L’accusa è contenuta nel rapporto intitolato “Wiping out the boreal” (.pdf), diffuso oggi da Greenpeace. “E’ spesso da questi alberi”, afferma il documento, “che vengono ricavati i prodotti di marchi come Tempo, Lotus, Cushelle, Colhogar ed Edet”. Secondo Martina Borghi, responsabile della campagna per la difesa delle foreste di Greenpeace Italia, “è sconvolgente pensare che alberi che hanno svettato per decenni, o addirittura per secoli, vengano abbattuti per produrre fazzoletti o asciugatutto che verranno utilizzati per qualche secondo e poi gettati via”. Non possiamo permettere, aggiunge, che foreste ad alto valore di conservazione, incluse le foreste vergini vengano rase al suolo per produrre prodotti monouso.

La grande foresta del Nord, ovvero l’ecosistema forestale boreale, rappresenta quasi un terzo delle foreste rimaste sulla Terra. Le grandi torbiere e il permafrost (gelo perenne) che la caratterizzano la rendono il piú grande deposito di carbonio tra gli ecosistemi sul pianeta, sempre secondo Greenpeace. E ciò significa che salvare questa foresta è indispensabile nella lotta contro i cambiamenti climatici. “Eppure solo il 3% della sua estensione è protetto”, sottolinea l’organizzazione. Quello del ‘tissue’, riferisce sempre l’associazione ambientalista, è un mercato in crescita, in espansione in tutta Europa. In Italia nel 2016 il consumo procapite complessivo di fazzoletti, carta igienica, asciugatutto e tovaglioli è stato di nove chilogrammi all’anno.

All’inizio di quest´anno, sempre secondo il rapporto di Greenpeace, il gruppo Sca è stato suddiviso in due aziende indipendenti: Sca che lavora nel settore forestale ed Essity specializzaza appunto nel tissue. Essity acquista da Sca polpa di cellulosa proveniente proprio dalla foresta boreale. Incluse le foreste vergini. Sca sostituisce gli alberi tagliati piantando pino contorto, una specie non autoctona, che altera l’economia forestale e rende difficoltoso tra l´altro l´approvvigionamento di cibo per le renne e quindi minaccia la vita del popolo sami, la cui sussistenza è basata soprattutto sul pascolo di questi animali. Da leader nella produzione di tissue, chiede Greenpeace, Essity deve assumersi responsabilità anche per salvare la grande foresta del Nord.

L’organizzazione chiede quindi all’azienda di eliminare dalla filiera dei propri fornitori di materia prima i fornitori coinvolti nella distruzione di aree importanti della ‘corona verde’ del Pianeta, assicurando cosí anche il rispetto dei diritti dei popoli locali. La deforestazione, condotta per produrre ‘tissue’ ma anche per far spazio a prospezioni minerarie, ha causato proteste e mobilitazioni del popolo Sami soprattutto in Svezia.

(Pubblicato il 27/09/2017)