La sicurezza alimentare pensando al clima

Sicurezza alimentare[Di redazione su It.wfp.org] Cosa possiamo fare per mitigare l’impatto del cambiamento climatico sulla sicurezza alimentare? La risposta in questo articolo di Choularton in vista della prossima conferenza sul clima COP21 di Parigi a dicembre.

Il cambiamento climatico rappresenta una seria minaccia alla sicurezza alimentare, e le persone più vulnerabili sono già adesso le più colpite.

Se è vero che sono stati fatti progressi nella riduzione della povertà nel corso degli ultimi due decenni, tali conquiste rischiano di essere compromesse dal cambiamento climatico [1]. Secondo il rapporto SOFI 2014 (State of Food Insecurity in the World), tra il 2012 e il 2014, circa una persona su nove nel mondo era cronicamente sottonutrita. A causa del cambiamento climatico, entro il 2050, la fame e la malnutrizione infantile potrebbero aumentare fino al 20 per cento [2].

L’impatto del cambiamento climatico sulla fame

Il cambiamento climatico agisce da moltiplicatore di minacce preesistenti alla sicurezza alimentare, della fame e della malnutrizione. Esso renderà i disastri climatici più frequenti e intensi; terra e l’acqua più scarse e difficilmente accessibili, e gli aumenti di produttività agricola più difficile da realizzare. Questo potrebbe accelerare i fenomeni di urbanizzazione, intensificando, inoltre, i conflitti per risorse sempre più scarse, con la possibilità di innescare nuove crisi umanitarie, fenomeni di migrazione e sfollamento.

Un consistente corpus di studi dimostra che i cambiamenti nelle condizioni climatiche hanno già influenzato la produzione di alcune colture di base. Ciò condiziona anche l’accesso al cibo e la nutrizione degli individui.

Già oltre il 20 per cento della variazione nell’altezza nei paesi in via di sviluppo è determinata da fattori ambientali, in particolare dalla siccità [3] con gravi conseguenze sulla diversificazione della dieta e sul ridotto consumo alimentare complessivo.

A rischio i più vulnerabili

Tra i rischi legati al cambiamento climatico, quelli – in crescita – derivanti da condizioni climatiche estreme sono tra i più preoccupanti. Oltre il 90 per cento dei disastri naturali avvenuti nel 2013 hanno un legame con il clima, in particolare alluvioni, tempeste e siccità. Più dell’80 per cento degli individui che nel mondo soffrono l’insicurezza alimentare vive in paesi esposti alle catastrofi naturali, caratterizzati da fenomeni di degradazione dei suoli e degli ecosistemi [4] che amplificano il danno provocato dai disastri.

Gli shock climatici colpiscono in maniera sproporzionata gli individui più vulnerabili e a maggiore insicurezza alimentare, in particolare le donne e i bambini.

Tra il 2008 e il 2013, i disastri naturali hanno provocato in media ogni anno lo sfollamento di 27 milioni di persone, con non meno di 15 milioni di persone sfollate ogni anno. Nei paesi in via di sviluppo si concentra la maggior parte dei fenomeni di sfollamento – il 97 per cento tra il 2008 e il 2013. Il numero di persone sfollate a causa di disastri risulta significativamente più alto oggi rispetto agli anni ’70 dello scorso secolo. Secondo l’Internal Displacement Monitoring Centre, si stima che il rischio di fenomeni di sfollamento in termini assoluti sia più che raddoppiato in quarant’anni. Il cambiamento climatico è responsabile dell’incremento del rischio.

Il WFP: costruire la resilienza grazie a innovazioni su larga scala

Il Programma Alimentare Mondiale è la più grande agenzia umanitaria impegnata nella lotta contro la fame globale. Nell’ultimo decennio, quasi la metà delle nostre operazioni di emergenza e riabilitazione ha affrontato l’impatto dei disastri climatici. Il budget di queste operazioni ammonta complessivamente a 23 miliardi di dollari.

Alcune delle principali componenti del nostro lavoro riguardano la riduzione del rischio disastri, la costruzione della resilienza e l’adattamento al cambiamento climatico. Il nostro focus primario è garantire che i più vulnerabili e a rischio fame abbiano accesso adeguato al cibo.

Lavoriamo per accelerare lo sviluppo di soluzioni su larga scala con l’obiettivo di aiutare i paesi e le comunità che assistiamo a gestire meglio i rischi climatici crescenti e a conseguire la sicurezza alimentare. Non solo lo crediamo necessario, ma siamo anche convinti che abbia dei ritorni economici. Uno studio del 2013 commissionato dal Dipartimento per lo Sviluppo Internazionale del Regno Unito – riguardante l’economia della risposta tempestiva e della resilienza – ha rilevato che gli investimenti nella resilienza producono ritorni significativi attraverso la riduzione del bisogno di assistenza umanitaria e il conseguimento di risultati maggiori in termini di sviluppo.

Costruire la resilienza al cambiamento climatico delle persone vulnerabili è precondizione per eliminare la fame. I negoziati sul clima previsti quest’anno a Parigi rendono il 2015 un’opportunità per continuare il nostro impegno per un mondo a fame zero. Un accordo significativo, che tenga conto delle popolazioni che soffrono l’insicurezza alimentare assieme alle azioni e agli investimenti necessari per aiutarle ad adattarsi al cambiamento climatico, dovrebbe essere il nostro prossimo obiettivo.
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[1]FAO, IFAD e WFP, The State of Food Insecurity in the World 2014

[2]Fifth Assessment Report (AR5), IPCC, 2014

[3]Silventoinen, K. 2003. Determinants of variotion in adult body height. Journal of Biosocial Sciences, 35:263-285

[4]INFORM, 2014. INFORM Natural Hazard Composite Indicator; (2) EM-DAT, 2014, International Disaster database (online); (3) IFPRI, WHH & Concern Worldwide, 2014. 2014 Global Hunger Index Data; (4) World Bank (2014). Population Figures (online); (5) GLASOD, 1990. GLASOD Assessment of Human-induced Soil degradation. (5) Bai, Dent, Olsson & Schaepman, 2008. Proxy global assessment of land degradation, Soil Use and Management.

 

*Per leggere la versione integrale dell’articolo (in inglese) vai al sito web ‘Climate 2020’ di United Nations Association – United Kingdom (UNA-UK) oppure clicca qui.

 

 

Pubblicato su It.wfp.org il 26 agosto 2015