L’Agenda di sviluppo post 2015 e l’accordo sul clima

serve-un-accordo-sul-clima-3bmeteo-66851Ad agosto è stata pubblicata la bozza del testo – Transforming our World: The 2030 Agenda for Sustainable Development – che presenta la nuova Agenda di sviluppo per il quindicennio 2015-2030 e che dovrà essere formalmente approvato a settembre, dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Si avvicina così alla conclusione un iter negoziale molto complesso, che ha sperimentato un livello ampio di partecipazione da parte della società civile internazionale, dei diversi governi e del sistema ONU.

Tra i punti chiave più positivi del negoziato: si è avuta un’ampia partecipazione a tutti i livelli, si è data continuità piena all’agenda del 2000 centrata sugli Obiettivi di sviluppo del millennio, recuperando e rilanciando tutti i suoi obiettivi, ma al contempo si è andati oltre, definendo un’agenda nelle intenzioni trasformativa, universale (valida sia al Nord che al Sud, ovunque) e integrata (combinando le dimensioni sociale, economica e ambientale dello sviluppo).

È un’agenda convincente e utile laddove pone al centro dello sviluppo le persone e l’ambiente. Ed è lodevole lo sforzo di far convergere processi che fino a non molto tempo fa procedevano in parallelo, come l’agenda ambientale (i seguiti di Rio) e quella sviluppista. · Non si devono ovviamente nascondere le difficoltà. Porre il tema di un approccio integrato alle dimensioni economiche, sociali ed ambientali dello sviluppo non significa vedere automaticamente tradotta questa visione in corrispondenti impegni e risultati. Occorre superare la tradizionale e perseverante tendenza a operare per strategie parallele, quasi a compartimenti stagni (i silos) e ciò richiederà un cambiamento culturale, una revisione profonda del modo di operare delle organizzazioni e di concepire le politiche.

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