L’incubo Xylella sulla riscossa dell’olio

uliveto_sfondo2[di Jenner Meletti su repubblica.it]Dopo il disastro del 2014, quando la mosca olearia ha distrutto oltre il 50% del prodotto nazionale, la stagione alle porte si annuncia buona grazie al grande caldo che ha impedito al parassita di riprodursi. All’ottimismo degli olivicoltori fa ombra però la minaccia del micidiale batterio killer. Confinata per ora nel Salento, dove sta facendo strage di piante, l’epidemia potrebbe colpire tutta la Penisola. E gli esperti avvertono: “Bisogna fare presto a trovare una cura, è a rischio l’intero bacino del Mediterraneo”
Dopo l’annus horribilis arriverà l’annus mirabilis? Si sta parlando di olio, prodotto ovviamente scivoloso. L’anno terribile è stato il 2014, quello che si spera meraviglioso è quello che stiamo aspettando, con la raccolta delle olive che inizierà a novembre. Meglio non farsi illusioni: l’annata sarà meglio di quella passata ma non sarà certamente mirabilis. I primi ad annunciare problemi sono stati i tecnici della Coldiretti lombarda, che già ai primi di giugno denunciavano “una scarsa fioritura del leccino”, con un calo previsto – rispetto alla media storica di produzione – di circa il 30%. Sempre meglio, comunque, dell’anno scorso, quando la produzione lombarda, attorno ai laghi Garda, Sebino a Lario, era stata più che dimezzata dalla troppa pioggia e da patogeni vari.

“E’presto per fare previsioni”, mette le mani avanti Pietro Sandali, direttore di Unaprol (Consorzio olivicolo italiano) che assieme al consorzio Cno (Consorzio nazionale olivicoltori) raccoglie l’80% dei produttori italiani. “Dai contatti di questi giorni, e tenendo conto che molte cose possono ancora cambiare, posso dire che la prossima raccolta dovrebbe aggirarsi sulle 400 mila tonnellate, contro una produzione storica di 480- 550 mila tonnellate. Una produzione buona ma non eccezionale. Meglio al centro sud, peggio al centro nord. Ma, lo ripeto, è ancora presto per numeri precisi. Basta una pioggia intensa, per cambiare un uliveto. Magari le olive diventano grosse, ma con olio scarso”.

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Pubblicato il 21 settembre 2015 su repubblica.it