L’USGS: la sismicita’ indotta mette a rischio 7 milioni di persone negli USA. E in Italia?

trivelle-0[Di redazione su dorsogna.blogspot.it] Per la prima volta nella sua storia il principale ente geologico d’America, l’USGS (the United States Geological Survey) rilascia al pubblico mappe con il rischio sismico naturale e generato da attività umane, principalmente estrazione e re-iniezione di idrocarburi e loro scarti.

La sismicità indotta, secondo l’USGS, mette a rischio 7 milioni di persone nella parte centrale ed orientale degli USA. In alcune di queste località il rischio sismico è lo stesso della California, dove invece c’è una sostenuta sismicità naturale.

Cioè l’uomo ha reso fortemente sismiche località che prima non lo erano. Anzi, Mark Petersen, a capo del progetto dice che:

“By including human-induced events, our assessment of earthquake hazards has significantly increased in parts of the U.S. This research also shows that much more of the nation faces a significant chance of having damaging earthquakes over the next year, whether natural or human-
induced.”

Gli stati più a rischio a causa della sismicità indotta sono Oklahoma, Kansas, Texas, Colorado, New Mexico e Arkansas. In queste zone ci sono stati danni e scosse dovute principalmente alla sismicità indotta. Aggiunge infatti Petersen:

“In the past five years, the USGS has documented high shaking and damage in areas of these six states, mostly from induced earthquakes”.

A rischio leggermente minore Alabama, Mississippi e Ohio.

Cosa fare? L’USGS raccomanda a chi vive in queste località di essere preparato secondo le linee guida offerte dalla FEMA. Il Federal Emergency Management Agency.

Le nuove mappe non solo indicano le località con maggior rischio di sismicità indotta, ma lo fanno per l’anno 2016: questo per essere più precisi e perché decisioni politiche (di trivellare o no) potrebbero cambiare gli scenari.

Cartina sismica

È strabiliante: cambiamo la geologia del nostro sottosuolo con decisioni trivelle si-trivelle no e lo facciamo in tempi rapidissimi su scala geologica.

La parte centrale degli USA ha avuto un repentino cambio nella sua geologia negli scorsi sei anni. Dal 1973 al 2008 c’era una media di 24 terremoti di intensità superiore alla magnitudo 3.0.
Dal 2009 al 2015 si e’ passati ad una media di 318 l’anno.
Nel 2015 sono stati 1.010 terremoti.

Nel 2016, fino a metà Marzo, ce ne sono stati 226. Di tutte queste scosse la più grande è stata di magnitudo 5.6 nella città di Prague, Oklahoma.

La colpa di tutto è dell’industria petrolifera: le re-iniezioni di materiale tossico sottoterra, e in misura minore la pratica diretta del fracking.

Come hanno fatto a capire se era sismicità indotta o naturale?

Hanno usato la letteratura scientifica e ingegneristica, la presenza di pozzi di petrolio, gas e/o di re-iniezione, se fossero attivi, ed hanno parlato a lungo con residenti. L’intensità dei terremoti indotti è spesso inferiore a quella naturale, ma a volte se si è in aree già sismiche o in presenza di faglie note o sconosciute, le scosse possono essere forti. Nella parte centrale degli USA, l’USGS stima che potrebbero esserci migliaia di faglie che potrebbero generare forti terremoti. Come per tutti i terremoti, c’è anche la possibilità che si generino sciami sismici.

Questo è quello che dice l’USGS.

Cosa dirà l’INGV?

Aspetto con ansia la mappa dei siti italiani più soggetti a sismicità indotta.

Ma cosa dico, in Italia la sismicità indotta non esiste, non è mai esistita e mai esisterà.

 

 

Pubblicato su dorsogna.blogspot.it il 29 marzo 2016