Obama, taglio del 40% delle emissioni di gas serra

emissioni1-600x450[su greenreport.itComplimenti da Sierra Club, si arrabbiano i repubblicani

 

Il presidente Usa Barack Obama ha  firmato un ordine esecutivo che fissa i nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra per le agenzie federali, utilizzando così il suo potere esecutivo per affrontare alla radice le cause del cambiamento climatico e dare l’esempio agli altri Paesi ed al refrattario mondo del business.

 

Le direttive firmate da Obama per le agenzie federali di Obama prevedono che nei prossimi 10 anni taglino in media le emissioni del 40% rispetto al 2008 e che aumentino l’uso di energia elettrica da fonti rinnovabili fino al 30%. Si tratta di obiettivi in linea con l’accordo climatico sottoscritto nel novembre 2014 con la Cina, che prevede che entro il 2025 gli Usa riducano del 26 – 28% le emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 2005. Obama, facendo arrabbiare molto i repubblicani, mantiene la sua promessa/minaccia: utilizzare i gli ultimi due anni di mandato con una interpretazione espansiva della sua autorità presidenziale, attuando mosse unilaterali per combattere il cambiamento climatico, scavalcando così l’ostruzionismo della maggioranza repubblicana al Congresso.

 

La direttiva di Obama amplia l’obiettivo che il presidente Usa aveva proposto nel suo primo anno di mandato: tagliare le emissioni di gas serra federali del 28% entro il 2020 e Christy Goldfuss, responsabile del White House Council on Environmental Quality, sottolinea che «Da allora, le agenzie federali hanno ridotto le loro emissioni del 17%, con un aumento, al 9% dal 3%, della quota di energia elettrica da fonti rinnovabili che consumano». Secondo lo staff della Casa Bianca, la nuova direttiva, diminuendo l’energia sprecata, potrebbe far risparmiare al governo federale Usa fino a 18 miliardi dollari nei prossimi 10 anni.

 

Durante una visita al Dipartimento dell’energia, Obama ha detto: «Stiamo dimostrando che è possibile far crescere la nostra robusta economia facendo allo stesso tempo la cosa giusta per il nostro ambiente e per la lotta in modo serio ai cambiamenti climatici.  L’America ancora una volta saprà essere leader con l’esempio». Anche se la quota di emissioni di gas serra prodotta dal governo federale Usa  nel 2023 è stata meno dell’1% del dato nazionale, Obama punta evidentemente a dare l’esempio. Infatti il governo federale è anche  il maggior consumatore di energia negli Usa, visto che è proprietario di 360.000 edifici, 650.000 veicoli e spende 445 miliardi dollari all’anno in beni e servizi, quindi può influenzare società private che fanno affari con il governo a ridurre le loro emissioni per raggiungere gli obiettivi nazionali. Non a caso, insieme all’ordine esecutivo, l’amministrazione Obama ha pubblicato una nuova scheda di valutazione per capire quante emissioni producano i fornitori federali e per monitorare le loro riduzioni.

 

Obama, dopo aver visitato il tetto solare del Dipartimento dell’energia, ha sottolineato che «Mano a mano che crescono  le economie di scala e la domanda di solare ed eolico e di energie rinnovabili, possono ovviamente contribuire a ridurre il prezzo complessivo, diventando molto più efficienti e  inizieremo  un ciclo virtuoso che è un bene per l’economia e crea posti di lavoro qui in America».

 

Secondo il direttore esecutivo di Sierra Club,  Michael Brune, «Con questo annuncio, il presidente Obama è ancora una volta all’avanguardia nella lotta contro la crisi climatica. E sta portando con lui alcune delle più grandi aziende della nazione, dato che il governo federale riduce le emissioni pericolose e abbraccia l’energia pulita ed i veicoli puliti, i contribuenti potranno risparmiare miliardi di dollari. La leadership dell’amministrazione Obama in questo campo non sta solo incoraggiando il settore privato ad agire, crea più spazio per sostenere l’impegno della nostra nazione verso un accordo sul clima a Parigi nel mese di dicembre. Per tutto questo bisogna applaudirlo».

 

Infatti, diverse grandi imprese che fanno affari con il governo federale – comprese IBM, General Electric, Honeywell e Northrop Grumman – hanno annunciato propri obiettivi di taglio delle emissioni e Obama le ha elogiate durante una tavola rotonda: «Ragazzi, voi avete fatto un lavoro eccezionale. Grazie all’importanza di molte delle aziende che sono qui ed al fatto hanno un sacco di fornitori lungo la catena, quello che si fa per quanto riguarda l’efficienza energetica è con l’intenzione di avere un effetto a catena su tutta l’economia».

 

Non essendo riuscito a far passare al Congresso una legge sulla riduzione delle emissioni di gas serra,  Obama sta aggirando l’ostruzionismo repubblicano regolamentando sistematicamente l’inquinamento attraverso il Clean Air Act in vigore, implementandolo con nuove norme sulle emissioni di auto e camion, delle centrali elettriche e dei pozzi di petrolio e gas. Cosa che fa andare in bestia i repubblicani ed i loro finanziatori delle Big Oil e dei King Coal che a questo punto attendono con terrore il piano nazionale dettagliato di riduzione delle emissioni che gli Stati Uniti dovrebbero portare a dicembre alla Conferenza delle parti Unfccc di Parigi .

 

Bisogna dire che i repubblicani non l’hanno presa bene: il leader della maggioranza in Senato, Mitch McConnell, punta a bloccare ogni azione sul clima: all’inizio del mese ha scritto un editoriale per il Lexington Herald-Leader nel quale che di non rispettare il Clean Power Plan per ridurre le emissioni delle centrali elettriche, sostenendo gli Stati dovrebbero riuscire a presentare un piano alternativo  quello federale perché: «l regolamento è ingiusto. E’ probabilmente illegale. E i funzionari statali possono fare qualcosa al riguardo». Questo nonostante i sondaggi mostrino un forte consenso verso le politiche climatiche di Obama.

 

Secondo Melinda Pierce, direttrice del settore legislativo di Sierra Club, «Solo Mitch McConnell potrebbe dire uno sporco “proprio no”, presentandolo come una strategia per permettere alla gente di inquinate di più, dicendo agli Stati di ignorare le garanzie contro l’inquinamento da carbonio. Il piano di McConnell per affrontare la crisi climatica è lo stesso dei grandi inquinatori che hanno speso milioni di eleggere lui e il suo Senato di repubblicani:  non fare nulla. Intanto trottano per riportare tutti gli stanchi  attacchi che l’industria dei combustibili fossili ha utilizzato tutte le volte che è stata chiamata a ripulire le sue attività. McConnell può anche essere il leader della maggioranza in. Senato, ma le sue idee sono in minoranza tra le famiglie americane: più di tre milioni di americani hanno presentato osservazioni a sostegno del Clean Power Plan. E sondaggio dopo sondaggio dimostra che forti maggioranze lo sostengono e vogliono farlo adottare Anche lo stato di McConnell, il Kentucky,  sta mostrando il suo sostegno al Clean Power Plan. E’ tempo che su questo tema i repubblicani di Washington inizino ad ascoltare la stragrande maggioranza degli americani, non i loro finanziatori dei combustibili fossili».

 

Pubblicato il 20 marzo 2015 su greenreport.it