Pericolo onde. Cellulari e tumori. Lo studio: «Le emissioni sono cancerogene»

tumore-cellulari_tPotenzialmente pericolose: così erano ritenute sinora le emissioni dei telefonini e dei telefoni senza filo. Ma nuovi studi dimostrerebbero una relazione diretta con neurinomi e gliomi. Parla l’esperto del Cnr.

[di Diego Colombo su L’Eco di Bergamo] Cellulari e tumori: il rischio c’è. Già nel 2011 l’Organizzazione mondiale della sanità aveva classificato le radiofrequenze tra i “possibili cancerogeni”: telefonini e wireless «potrebbero causare il tumore negli esseri umani».

Due epidemiologi svedesi, Lennart Hardell e Michael Carlberg, con una lettera all’Oms del 2015, hanno chiesto di classificare le radiofrequenze “almeno come cancerogeni probabili”, anche se, sulla base dei loro studi, essi le giudicano “cancerogeni certi”.

Un recente studio, durato due anni e costato 25 milioni di dollari, del National Toxicology Program statunitense afferma che l’esposizione alle radiofrequenze dei cellulari aumenta i casi di tumore.

Una vasta indagine australiana, che per trent’anni ha monitorato la popolazione, ha concluso, d’altra parte, che non ci sono dimostrazioni certe dell’esistenza di un “legame pericoloso” tra cancro al cervello e telefonia mobile.

Serviranno altre ricerche a lungo termine, per monitorare attentamente l’associazione tra i cellulari e il rischio di tumore.

Rischio conseguenze gravi

Il dottor Fiorenzo Marinelli, biologo dell’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Bologna, è tra i massimi esperti italiani del tema: «Lo studio fondamentale di Hardell e Carlberg sul rischio di tumori al cervello associato con l’uso di cellulari e cordless – dice – è stato pubblicato sulla Reviews on Environmental Health (numero 28 del 2013, pagine 97-106: www.ncbi.nlm.nih.gov/pub-med/24192496, ndr)».

«Basandosi su una valutazione statistica dei risultati causati dall’emissione di radiofrequenze, dimostra la relazione tra neurinomi e gliomi e le emissioni di radiofrequenze di telefoni senza filo che, quindi, a loro giudizio, sarebbero da classificare tra i cancerogeni della Classe 1, i più pericolosi, della Iarc, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro».

Peggio con l’Umts, ok le cuffie

Non solo. «Un gruppo di ricercatori di diverse nazionalità ha dichiarato che i nuovi telefoni Umts, benché abbiano un’emissione minore dal punto di vista della densità di potenza, hanno un impatto biologico fino a 4 volte superiore rispetto ai vecchi Gsm. Insomma possono avere una cancerogenicità maggiore».

Per quale motivo? «Perché i Gsm emettono una sola banda di frequenza, tra gli 850 e i 900 megahertz, mentre i modelli Umts e Lte dispongono di bande parallele su più frequenze e, di conseguenza, con un forte impatto biologico».

Come è noto, i manuali d’istruzione dei cellulari consigliano di tenerli da 1,5 a 2,5 centimetri dall’orecchio. Non lo fa nessuno. Quali sono i rimedi ai possibili danni da telefonino? «Al primo posto non usarlo o diminuirne l’uso alle sole condizioni di emergenza. Poi, in ordine di efficacia, il vivavoce e l’auricolare con filo, mentre quello senza filo è da escludere perché provoca una seconda emissione elettromagnetica. In casa il telefono fisso è da preferire al cordless, che è un altro trasmittente radio (si veda lo studio www.icems.eu, campagna per la sicurezza dei telefoni cellulari, ndr)».

Il dottor Marinelli giudica inadeguata l’attuale normativa italiana contro l’inquinamento elettromagnetico: «Gli ultimi governi hanno allargato le maglie della misurazione. La legge, inoltre, non regolamenta i telefonini, ma soltanto i campi elettromagnetici delle antenne fisse, per i quali prevede un limite di 6 volt per metro per i siti abitati. Il rapporto internazionale BioInitiative, che raccoglie circa 1.600 studi indipendenti sugli effetti biologici dei campi elettromagnetici (www.bioinitiative.org), consiglia di scendere a 0,1-0,2 volt/metro. I telefoni mobili, poi, sono considerati a norma se non superano i 2 watt per chilogrammo come tasso di assorbimento specifico o Sar (acronimo di Specific Absorption Rate, ndr), il valore fissato dalla Comunità europea. Si calcola che equivalga a una licenza d’uso per emissioni di 307 volt per metro. Un’enormità».

DA SAPERE

I manuali d’istruzione dei cellulari consigliano di tenerli da 1,5 a 2,5 centimetri dall’orecchio. Purtroppo però non lo fa nessuno.

DUE WATT

I telefoni mobili sono considerati a norma se non superano i 2 watt per chilogrammo come tasso di assorbimento. Il valore è stato fissato dalla Comunità europea.

LE ALTRE MALATTIE ATTENTI ANCHE AI DISTURBI DEL SONNO

Le radiazioni dei cellulari aumentano il rischio di contrarre anche altre malattie, per esempio neurologiche? «L’elettrosmog – spiega Lorenzo Marinelli, biologo dell’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Bologna – peggiora la qualità della vita. Gli studi epidemiologici compiuti attorno alle antenne telefoniche rivelano un’imponente casistica di sintomatologia. Fra l’altro il rischio comprende anche disturbi del sonno, digestivi e incapacità di concentrazione. Sono però malesseri reversibili perché, quando la persona si allontana dall’area di esposizione, regrediscono».

ELETTROSMOG DI CASA MEGLIO CABLARE CHE IL WI-FI

Non è trascurabile anche l’elettrosmog provocato dal wi-fi. «Portarlo nelle abitazioni – dice l’esperto del Cnr – è una sciocchezza. Non si capisce perché, negli ultimi cinque metri, si debba trasferire internet su segnali radio, spesso anche molto potenti, soltanto per ottenere una maggiore portabilità, a scapito di efficienza e stabilità. Cablare una casa è un’operazione che non costa molto di più che installare un sistema wi-fi».

(Pubblicato 02/2017)