Nei cibi che mangiamo, nell’acqua che beviamo, nella terra che calpestiamo e nell’aria che respiriamo si nasconde un nemico invisibile. Sono i pesticidi, sostanze tossiche utilizzate massicciamente nella produzione di alimenti, che minacciano gravemente la nostra salute e gli equilibri ecologici di vaste zone del pianeta. Il modello agroindustriale basato su controllo delle sementi, monocolture e utilizzo massivo di agrotossici e tra le cause strutturali delle crisi che il pianeta sta attraversano: climatica, alimentare, ambientale, idrica, sanitaria.
Il dossier “Il veleno e servito”, realizzato dalle Associazioni A Sud e Navdanya International e dal Centro Documentazione Confitti Ambientali, ne racconta storia, evoluzioni e rischi, sofermandosi sugli studi scientifci pubblicati, sui profli normativi, sul confitto di interessi che coinvolge le lobbies agrochimiche impegnate ad ottenere normative piu permissive e sulle azioni dal basso promosse in diversi paesi da cittadini, agricoltori e movimenti sociali in prima linea per difendere la propria salute e la sovranita alimentare.
Il dossier e frutto di un’investigazione sul crescente utilizzo degli agrotossici in agricoltura e intende denunciare non solo le pressioni in corso per la commercializzazione di uno specifco prodotto, il glifosato, a scapito della sua potenziale tossicita e dei rischi connessi per la salute umana e per l’ambiente, ma anche la fragilita di un sistema di regolamentazione che dovrebbe tutelare consumatori e cittadini.
Le analisi choc: 14 donne incinte positive all’erbicida
Indiziato numero uno? L’alimentazione.
Non serve vivere vicino ai campi, il rischio di essere contaminati dal glifosato è reale anche abitando al centro di una grande città come Roma. Le analisi condotte dal Salvagente, in collaborazione con l’associazione A Sud, parlano chiaro:
14 donne su 14 esaminate sono risultate positive alla ricerca di glifosato nelle loro urine.
I quantitativi di glifosato riscontrati dalle analisi vanno da 0,43 nanogrammi per millilitro di urina fino a 3,48 nanogrammi. Pochi? Molti? Impossibile dare un giudizio, dal momento che non esistono quantità massime consentite. Quel che è certo è che il glifosato non dovrebbe mai essere presente nel nostro organismo, tanto meno in quello dei nascituri.
Potete firmare l’ICE europea per firmare il glifosato su:
Per informazioni e interviste:
Marica Di Pierri
3486861204