Pfas, l’ultimo veleno del Veneto. “Controlli per 90mila persone”

Miteni1[Di Ivan Compasso su Repubblica.it] Teflon, Goretex, cartone per alimenti nei fiumi per trent’anni, la Regione lancia l’allarme. Settantanove comuni a rischio: servono 100 milioni l’anno per mettere in sicurezza l’acquedotto.

Nel Veneto delle troppe diossine un nuovo caso si impone: quello dei Pfas. Il composto di perfluoroalchilici è l’ultima mistura chimica, fuori controllo, che spaventa tre province venete: Vicenza, innanzitutto, poi Verona e Padova. E alcuni comuni del Ferrarese. Nei prossimi giorni la Regione Veneto chiederà a novantamila residenti di 79 comuni di sottoporsi ad analisi profonde. In un recente convegno al Dipartimento di scienze chimiche dell’Università di Padova la mappa delle contaminazioni è stata aggiornata: 21 comuni (sui 79) sono ad alto rischio. La questione è che fino al 2011 la fabbrica Miteni di Trissino, novemila abitanti in provincia di Vicenza, ha sversato in due torrenti contaminando il bacino di Agno e Fratta Gorzone e oggi l’inquinante, risalendo la catena alimentare, potrebbe essere presente nel sangue e nei tessuti di molte donne e molti uomini.

La dottoressa Francesca Russo, dirigente medico del Servizio promozione d’igiene e sanità pubblica per la Regione Veneto, ha spiegato: “Abbiamo identificato l’area maggiormente contaminata dai Pfas. Ora chiameremo tutti i soggetti che consideriamo esposti a queste sostanze”. I medici per l’ambiente Isde hanno stimato 1.300 morti in più delle medie naturali, negli ultimi trent’anni, nei comuni interessati. La causa sarebbe la contaminazione da Pfas del bacino di Agno e Fratta Gorzone. I composti sversati, tutti resistenti all’acqua, sono tessuti in Goretex, rivestimenti di carta e cartone per alimenti, fondi antiaderenti e contenitori alimentari come il Teflon.

Nel 2013 uno studio del Consiglio nazionale per le ricerche sulla presenza dei Pfas in diverse aree del paese ha riscontrato tra Padova, Vicenza e Verona concentrazioni fino a 2.000 nanogrammi per grammo, considerate altissime. E livelli paragonabili sono stati trovati nelle acque potabili. Contemporaneamente, in quell’area del Nord-Est si è riscontrato l’aumento di patologie serie: l’infarto del miocardio, diversi linfomi, il morbo di Parkinson, l’Alzheimer, malattie dell’apparato genito-urinario, tumori al fegato, alla mammella e alle ovaie.

L’Arpa, l’Agenzia regionale per l’ambiente, dopo una campagna di monitoraggio delle acque ha certificato, sempre nel 2013, che dallo scarico dell’azienda Miteni sono fuoriusciti per vent’anni “notevoli quantità di perfluoroalchilati” e “gli impianti di depurazione non sono stati in grado di abbattere questo tipo di sostanze”. La Regione Veneto ha imposto l’uso di appositi filtri e richiesto aiuto al governo per le spese necessarie per mettere in sicurezza l’acquedotto: servono cento milioni di euro l’anno.

Il procedimento di sintesi degli Pfas fu brevettato nel 1938 dalla multinazionale DuPont, accusata negli Usa di aver sversato nel fiume Ohio grandi quantità di sostanze cancerogene. Negli Stati Uniti l’agenzia ambientale Epa ha bandito i perfluoroalchilici già nel 2000. Nel 2006 il Parlamento europeo ha fissato a 0,0005 per cento la concentrazione massima di Pfas nei materiali e si sta discutendo sul loro inserimento nella lista stilata dalla Convenzione di Stoccolma che individua i composti più pericolosi per la salute dell’uomo. La Miteni ha interrotto la produzione pericolosa, ma nel luglio 2013 la Procura di Vicenza ha aperto un’indagine sulla Miteni per adulterazione e contraffazione delle acque. L’azienda, tuttavia, sposta le accuse: “Abbiamo investito 15 milioni nel trattamento delle acque, la falla è nel sistema consortile di depurazione”.
Lo stabilimento di Trissino è nato nel 1964 come centro ricerche dell’azienda tessile Marzotto, nel 1988 passò alla Miteni, joint venture tra Eni e Mitsubishi. Dal 2009 la struttura è di proprietà della multinazionale tedesca Weylchem del gruppo International chemical investors.

 

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Pubblicato su Repubblica.it il 10 giugno 2016