Rettifica scheda Atlante. Processo Pellini: assolti Curcio e Addonisio. Ma è rischio prescrizione

download (1)[di CDCA] Il processo a carico dei fratelli Pellini, accusati di smaltimento illecito di rifiuti e disastro ambientale, rischia di finire in prescrizione. La famiglia di imprenditori di Acerra è accusata di aver smaltito illecitamente tonnellate di rifiuti tossici nelle campagne dell’agro nolano e casertano, aggirando i controlli grazie ad accordi con esponenti della pubblica amministrazione e delle forze dell’ordine e l’appoggio dei clan di Marcianise. Avvelenati così terreni agricoli nei comuni di Acerra, Giugliano, Qualiano, Bacoli. Tra i rifiuti, anche i fanghi di Porto Marghera.

L’Atlante Italiano dei conflitti ambientali ha pubblicato e diffuso a tal proposito una scheda che riassume le varie fasi della vicenda. Su segnalazione del diretto interessato, al quale vanno le nostre scuse per il mancato aggiornamento della scheda, diamo pubblica diffusione della doverosa rettifica, per correttezza di informazione e rispetto dei diritti della persona. Nella scheda in oggetto scrivevamo infatti: “Pellini e associati hanno smaltito illegalmente in Campania almeno un milione di tonnellate di scarti industriali provenienti per la maggior parte da Toscana e Veneto, con un profitto stimato di ventisette milioni di euro. L’organizzazione si avvaleva di un rete di complici che ricoprivano posizioni di controllo nella pubblica amministrazione e nelle forze dell’ordine. In particolare, l’ex maresciallo dei carabinieri Giuseppe Curcio avrebbe dirottato i controlli dell’ARPAC e manomesso le indagini innescate dalle denunce degli agricoltori, causandone l’archiviazione”. Tale tenore letterale non teneva conto dell’avvenuta assoluzione del Maresciallo Curcio, avvenuta nel gennaio 2015 e passata in giudicato nel giugno dello stesso anno per estraneità ai fatti.

In occasione della condanna in Appello a 7 anni di reclusione per Giovanni, Cuono e Salvatore Pellini, per traffico illecito di rifiuti e reato di disastro ambientale aggravato, nell’ambito dell’inchiesta “Carosello-Ultimo atto”, la IV sezione penale della Corte d’Appello di Napoli ha infatti assolto con sentenza irrevocabile i carabinieri Vincenzo Addonisio e Giuseppe Curcio, nonché Vincenzo Lubrano Lobianco, titolare di una cava-discarica di Bacoli, e Fulvio Isè perché «il fatto non sussiste».

Tra il 2003 e il 2006, più di un milione di tonnellate di rifiuti industriali, prevalentemente dalla Toscana e dal Veneto, sarebbero stati spacciati per compost e smaltiti nell’agro acerrano.

Le motivazioni della sentenza che ha assolto i carabinieri Vincenzo Addonisio e Giuseppe Curcio, sono state depositate il 23 aprile 2015. Gli avvocati degli altri imputati, per i quali la stessa sentenza emetteva condanne aggravate, hanno presentato ricorso in Cassazione. Gli atti avrebbero dovuto essere trasmessi immediatamente al giudice dell’impugnazione ma ad oggi il procedimento non è stato ancora arrivato e, ancora una volta, un processo per disastro ambientale rischia di chiudersi senza che nessuno debba pagare per le proprie responsabilità, fatte salve dalla prescrizione dei reati contestati.

Restiamo a disposizione per ulteriori chiarimenti.

 

L’equipe del CDCA