Siccità. Una piaga naturale che si può curare

drought-780088_1280 (1)[di Ruben Rotundo su Ambiente Ambienti] La siccità di questi giorni e il caldo intenso hanno ridotto drasticamente i bacini idrici. Ma le piogge non sempre riescono a ricaricarli. Una gestione più oculata delle strutture e della rete idrica potrebbe rapidamente arginare il fenomeno.

Siccità. Un grande problema che ha radici antiche in Italia. Non esistono più i funzionali acquedotti romani che portavano acqua, senza sprecarne neanche un goccio, in tutto l’impero. Oggi esiste una condizione atmosferica molto diversa rispetto al passato, un maggiore consumo di acqua ed un maggiore spreco.

Il gran caldo di questi giorni ha ridotto drasticamente gli invasi naturali che non ricevono più acqua dai ghiacciai. I laghi artificiali, invece, perdono acqua rapidamente a causa della continua richiesta dalle utenze domestiche e dalle attività produttive. L’assenza di precipitazioni, ovviamente, impedisce il riempimento delle vasche che non possono così pompare acqua nella rete. Inevitabile lo sfruttamento delle falde sotterranee con gravi conseguenze geologiche ed ambientali.

Siccità. Parlano i geologi

Sulla vicenda è intervenuto Fabio Tortorici, Presidente della Fondazione Centro Studi del Consiglio Nazionale dei Geologi, che afferma: «La siccità è un fenomeno naturale che periodicamente si ripresenta con picchi che mettono a dura prova l’uomo, le sue attività produttive e l’ambiente. Malgrado questo fenomeno si verifichi ripetutamente, non si è riusciti a mettere in campo, per tempo, misure di contrasto alla siccità».

«In questi giorni si discute della possibile realizzazione di nuovi bacini, ma sono così necessarie nuove cattedrali nel deserto? Non sarebbe prima il caso di conoscere il problema in termini numerici e scientifici e poi risolverlo con interventi puntuali? I mancati introiti dai canoni demaniali, evasi dagli innumerevoli sfruttamenti abusivi, non potrebbero essere recuperati con azioni di “Polizia idrica” e impiegati per contribuire alla realizzazione di nuove opere? È fondamentale ripartire dall’educazione di adulti e bambini, di cittadini comuni e amministratori, di un utilizzo attento della risorsa idrica e del rispetto del territorio».

Siccità. Parla il mondo agricolo

Rincara la dose la Coldiretti. La siccità sta assetando i terreni devastando le produzioni ortofrutticole. Questa situazione sta mettendo a dura prova anche gli allevamenti.

In Puglia, l’associazione di categoria prova a tirare le somme. In sole 24 ore, dal 25 giugno al 26 giugno, il livello dell’acqua nei 4 invasi foggiani di Occhito, Capacciotti, Capaccio, Osento è sceso di oltre 1,9 milioni di metri d’acqua. Secondo i dati Coldiretti e Consorzio di Bonifica della Capitanata  il livello di metri cubi d’acqua è pari a 230 milioni di metri cubi d’acqua, contro i 267 dello stesso periodo dell’anno scorso, con un calo di 36,9 milioni.

«In Puglia – riferisce il direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – negli ultimi 40 anni, si è assistito ad un effetto desertificazione preoccupante. Le piogge sono crollate del 76% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, passando dai 237 millimetri dell’anno scorso ai 57 a giugno 2017 (dati AssoCodiPuglia). Gli effetti sull’agricoltura sono evidenti e preoccupanti».

Siccità. La Puglia e l’Acquedotto Pugliese

C’è da dire che la Puglia storicamente, come altre regioni del mezzogiorno d’Italia, ha sempre avuto problemi di siccità. Ciò è dovuto a particolari condizioni geo-morfologiche. Per queste ragioni, più di 100 anni fa fu costruito l’Aquedotto Pugliese. Ma in tutti questi anni, la rete idrica è stata abbandonata a se stessa, nonostante continui l’ampliamento, poiché l’assenza di denaro, la carenza di personale e di tecnici specializzati e la mancanza di controlli quotidiani lungo tutto il percorso, fanno perdere mediamente il 50% di acqua.

Siccità. Interviene il consigliere regionale M5S Casili

Sulla emergenza siccità è intervenuto anche il consigliere Regionale M5S Puglia Cristian Casili che punta «sull’importanza di una gestione efficace e virtuosa delle risorse irrigue, che nella nostra regione sono caratterizzate da sprechi e un incontrollato utilizzo di pozzi di falda a rischio contaminazione salina. Propongo il recupero delle cave dismesse, allo scopo di farne dei bio-laghi dove far confluire le acque reflue depurate che oggi purtroppo continuiamo a sprecare».

Il consigliere salentino, vicepresidente della Commissione Ambiente, sottolinea che la Puglia ha ben 555 cave dismesse, di cui 125 solo in provincia di Lecce. Queste strutture sono abbandonate o utilizzate, spesso illegalmente, come depositi di rifiuti. Si tratta di centinaia di ettari che potrebbero ospitare diversi milioni di metri cubi di acqua, creando così anche nuovi habitat ed isole ambientali per le specie autoctone.

Siccità. Il Progetto MOSES

Intanto, c’è un progetto europeo, guidato dall’azienda italiana ESRI Italia nell’ambito del progetto Horizon 2020, che intende sviluppare nuovi sistemi che ottimizzino l’utilizzo e l’approvvigionamento di risorse idriche.

Si chiama Progetto MOSES (Managing crOp water Saving with Enterprise Services) e intende realizzare una piattaforma GIS (Geographic Information System) per supportare l’approvvigionamento e la gestione dell’acqua per scopi irrigui, riducendo i costi di gestione, anche sotto il profilo energetico.
La Esri Italia, azienda leader nel settore delle tecnologie geospaziali e dei sistemi GIS, svolge il ruolo di coordinatore in un team costituito da 15 partner europei e 1 partner indiano. La ricerca, della durata di 3 anni, sarà attuata in via preliminare in 4 aree pilota: Italia, Spagna, Romania e Marocco.

Insomma, la siccità è un problema che riguarda tutti ed è ciclica. Una rete idrica più efficiente che azzeri gli sprechi, la realizzazione di nuovi bacini in zone strategiche ed una migliore educazione ambientale nei confronti di tutti i cittadini potrebbero risolvere il problema siccità in tempi molto brevi.

(Pubblicato il 28/06/2017)